Nicola Gratteri, nuovo procuratore capo di Napoli, ha rilasciato un’intervista al Mattino dopo il suo insediamento nel capoluogo partenopeo e potrete leggerla qui su Napoli Network.

Presidente i napoletani hanno possibilità di tornare a sperare un futuro diverso come accaduto in Calabria?

“È questa la nostra sfida. È questo il senso del nostro lavoro, per fare in modo che si accenda la giusta dose di fiducia e di entusiasmo per spingere i cittadini a rivolgersi a noi”.

Entusiasmo e fiducia sono fattori determinanti, ma la svolta la si realizza con processi ed indagini non trova?

“Spero di essere più credibile al punto tale da ricevere più denunce di quante ne arrivano oggi, perché bisogna partire da una consapevolezza che deve essere chiara a tutti: delinquere non conviene a nessuno”.

Questo è un territorio scosso da alcuni orrendi episodi di cronaca come lo stupro di Caivano e l’omicidio di Cutolo a Napoli. Cosa direbbe a chi decide di emigrare?

“Non mi piace vedere i giovani che emigrano, non mi permetterei mai di giudicarli ovviamente, però ribadisco un concetto: non c’è miglior terra rispetto a quella in cui si nasce e dobbiamo fare sempre di più per il posto in cui si vive”.

Esistono territori geneticamente condannati alla Mafia?

“Assolutamente no, ho visto la Calabria migliorata e vogliamo fare lo stesso qui”.

Cosa pensa delle contraddizioni del Sud?

“È il dramma dell’Italia, non solo del Meridione. Abbiamo bellezze uniche che non valorizziamo a fondo . La bellezza può essere catalizzatore per un cambiamento positivo, ispirando le persone a fare del bene”.

Come pensa di intervenire al Parco Verde?

“L’approccio deve essere olistico. Va migliorato l’accesso all’istruzione, va promossa l’occupazione e migliorata la qualità delle abitazioni. Bisogna garantire l’accesso ai servizi pubblici essenziali, incrementare i livelli di sicurezza ed investire in programmi di sviluppo sociale”.

Come immagina Napoli alla fine del suo mandato?

“Non ho la sfera di cristallo, spero di lasciarla come Catanzaro”.