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Anna davanti alla lavagna nel celebre screenshot con la scritta "How to get away with murder"
Anna davanti alla lavagna nel celebre screenshot con la scritta "How to get away with murder"

L'elettroshock di Antonio Conte era l'unico modo per risollevare squadra, ambiente e società dopo la fallimentare - e fortunatamente unica e rara - stagione. Tuttavia, questi primi quattro mesi sotto la sua gestione, non sono stati rose e fiori, come magari qualcuno si aspettava.

Conte comunica coi fatti, più che con le parole

Verona-Napoli è stato il primo esempio di come Antonio Conte, più che con le parole, mandi messaggi attraverso i fatti. Anziché alzare la voce per richiedere rinforzi, si sottomette a Zanetti e lascia che gli scaligeri vincano la loro prima - delle uniche due - partita stagionale. Messaggio ricevuto dalla società, che subito lo accontenta e completa parzialmente il mercato lasciato in standby per più di quaranta giorni.

“Giovedì avremo un'altra possibilità per testare tutti, dobbiamo prepararci bene. Vogliamo andare avanti in Coppa Italia”, aveva detto Conte in conferenza. Salvo poi vituperare la competizione, umiliando undici suoi calciatori e mandandoli al macello soltanto per soddisfare il suo bisogno di mandare ulteriori messaggi. E di messaggi, questa volta, ne stanno passando parecchi sbagliati. Vuoi vedere che la rabbia mostrata in conferenza era figlia delle richieste di vittoria, mentre lui progettava il delitto perfetto per sacrificare la competizione all'altare del suo timore di non arrivare in fondo al campionato?

Il Napoli ha davvero bisogno di rinforzi per vincere il campionato?

D'ora in avanti, il Napoli dovrà affrontare soltanto ventiquattro partite. Col sacrificio della Coppa Italia, Antonio Conte si è messo nella condizione di dovere affrontare soltanto il campionato. Eppure, dopo l'eliminazione contro la Lazio, la tifoseria è completamente spaccata. Da un lato, c'è chi giustamente si lamenta della rovinosa uscita, mentre l'altra punta il dito contro la società, urlando “visto? servono rinforzi! Se si fa male Buongiorno possiamo mai giocare con Rafa Marìn?”.

Rafa Marin con la maglia del Napoli
Rafa Marin con la maglia del Napoli

A parte che Rafa Marìn non lo abbiamo mai visto giocare in condizioni normali. Difficile farlo con dieci sconosciuti, con i quali hai giocato insieme soltanto una volta due mesi prima. Se proprio si vogliono testare le capacità della rosa, non li si manda al macello pretendendo la prestazione, ma si integrano in un meccanismo già rodato e che sta portando risultati.

Ma davvero servono rinforzi per queste 24 partite rimanenti? L'Inter, lo scorso anno, ha dominato il campionato pur avendo “soltanto” Lautaro e Thuram davanti. Se a uno dei due fosse venuto un raffreddore, alle loro spalle c'erano… Arnautovic e Sanchez.

Ma senza guardare in casa d'altri, basterebbe l'esempio stesso del Napoli. Spalletti, con la stessa rosa - anzi, per onestà di pensiero con qualche alternativa in meno - ha affrontato non soltanto il campionato, ma è arrivato anche a un passo dalle semifinali di finale di Champions League. E al posto di Gilmour aveva Nombelè, così come aveva Lozano (o Politano, vedete voi) al posto di Neres. Dietro Buongiorno e Rrhamani, oggi, ci sono Juan Jesus e Rafa Marìn. Ieri, alle spalle di Kim e Rrhamani, c'erano Østigard e Juan Jesus: la solfa non cambia.

Caro Conte, t'aggio sgamato: adesso vinci lo Scudetto

Antonio Conte, che è un gran comunicatore e un grandissimo paraculo, così facendo ha messo le mani avanti e mezza tifoseria ha già abboccato. Perché è nel nostro DNA, quello di essere dominati. Storicamente, è sempre stato così. Senza scomodare troppo la storia della nostra meravigliosa città, basta che qualcuno di blasonato arrivi e diventa il messia. Ma non è così: Conte ha a disposizione una rosa fortissima e competitiva.

Nessuno pretende lo Scudetto, specialmente al primo anno, ma le sue scelte lo hanno messo nelle condizioni in cui, con una sola corsa da correre, qualora perdesse, la responsabilità sarebbe esclusivamente sua.


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