Il nome del nuovo allenatore impazza ormai in ogni vicolo della città, già da ieri a pranzo al triplice fischio di Napoli - Empoli che ha decretato, di fatto, la fine dell'era Garcia. In realtà però già durante la gara la sensazione era la stessa, nonostante il risultato ancora in bilico. Colpa, tra le altre cose, di una gara giocata molto male, senza una minima idea di gioco, senza mordente.

Le responsabilità di Garcia sono abbastanza evidenti, ma ridurre tutto alla sola guida tecnica non rende forse l'idea di altri problemi che il nuovo allenatore dovrà risolvere. Come auspicato e previsto qui, il tecnico francese finalmente sbaglia con la sua idea, così da non aver nessun tipo di rimpianto.

Pareva evidente, però, che questa squadra è di "sistema", costruita per quel determinato dettame tattico e restia al cambiamento. Ci ha provato, Garcia. Come prevedibile ha fallito soprattutto se per attuare tale idea annulli totalmente le fonti di gioco come Lobotka o il centrale di difesa. Una accozzaglia clamorosa che, di fatto, ha consegnato la gara in mano ad un sempre ottimo Aurelio Andreazzoli, dopo averla di fatto consegnata a qualsiasi squadra che fa del bel gioco il suo mantra.

Il contratto di Rudi Garcia

Da un Aurelio all'altro, arrivando in casa Napoli. E sarà proprio il presidente Aurelio De Laurentiis a porre fine al toto nome, ovviamente, anche se prima si attende l'annuncio (o tweet, come preferite) dell'esonero dell'attuale tecnico francese. Esonero che non vedrà nessun tipo di esborso da parte della società tranne forse una semplicissima buonuscita che non peserà minimamente sulle casse partenopee.

Questo dovuto al contratto che De Laurentiis fece in estate a Garcia, con clausole tutte a favore della società. Come giusto che sia, tra l'altro. Il Napoli ha imparato sulla sua pelle, nel corso degli anni, a non divenire ostaggio di allenatori, calciatori o dirigenti che vedono Napoli solo come un volano per la loro carriera.

Il Napoli deve diventare un punto di arrivo per tutti, non di partenza. E se nemmeno lo scudetto in petto ha portato questo cambio di mentalità, le domande da farsi sono molteplici. Perché il Napoli è ancora visto come un club di passaggio, anche se assicura, ormai da più di un decennio, una partecipazione europea e la lotta quasi costante ai primi posti? Cosa serve ancora per stabilirci nei top team europei?

Crediamo sia una mera questione di Fatturato, che nel calcio moderno purtoppo fa tutta la differenza del mondo. E quindi, proprio per il fatturato non in linea con quello dei top club, non si possono ancora assicurare stipendi da nababbi ai calciatori. Anche se per Victor Osimhen il Napoli avrebbe voluto rompere gli indugi. Con buona pace di chi reputa De Laurentiis come l'unico problema del Napoli.

Quando in realtà proprio la società sta facendo di tutto per aumentarlo il fatturato, arrivando anche ad autoprodursi le maglie con lo scudetto cucito al petto col marchio EA. Così come aver sdoganato in Italia marchi come Amazon. Ma tutto questo, inevitabilmente, porta ad un margine di errore ridotto al lumicino. Se sbaglia un top club, poco male. Se sbaglia il Napoli, o club simili, può essere un serio problema.

Per tale motivo, vedremo sempre più contratti "alla Garcia", con clausole tutte a favore del Napoli che lasciano poco spazio alle velleità dei tesserati.
Vedremo se quest'altra scelta sarà giusta o sbagliata. Solo il tempo lo dirà.

https://youtu.be/AerX6_bduG0?si=Mf5GBVNRwx-64tgp
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