Al Maradona si è conclusa la sfida tra Napoli e Cremonese, la capolista che ha ospitato in casa l’ultima della classe, nella sfida valevole per gli ottavi di finale di Coppa Italia.

Il Napoli arriva all’appuntamento reduce dalla grande vittoria in casa contro i bianconeri, diverso invece l’umore per la squadra guidata dal nuovo arrivato Ballardini, reduci dalla sconfitta nella sfida salvezza con il Monza, e da un mese con sole sconfitte.

Il Napoli si presenta alla partita con un undici atipico, infatti Spalletti ne cambia dieci rispetto alla partita con la Juventus, tra i pali confermato Meret, davanti a lui Ostigard e Juan Jesus, coppia ormai consolidata per far rifiatare Kim e Rrahmani, sulla sinistra Olivera e sulla destra l’esordiente con la maglia del Napoli Bereszynski, centrocampo a due con Ndombele e Gaetano (ex della partita), e infine alle spalle del Cholito la trequarti composta da Elmas Raspadori e Zerbin (esordio stagionale da titolare).

Ballardini invece rimane fedele alla difesa a 3, usata spesso anche da Alvini, ma con interpreti diversi, infatti l’allenatore ex Genoa schiera un attacco a 2, con Okereke e Ciofani lasciando fuori Dessers e alza Quagliata aggiungendo copertura alla linea a 5 di centrocampo.

La partita inizia a ritmi bassi, nei primi 15’ nessuna emozione, il primo squillo è però della Cremonese che al 18’ su un’incomprensione della difesa del Napoli si porta in vantaggio con Pickel, il Napoli fatica a costruire, poca circolazione di palla e una Cremonese ben messa in campo, ma a pareggiarla è Juan Jesus che con un colpo di testa in mischia dopo il grande intervento di Carnesecchi e la traversa di Simeone, fa 1-1, subito dopo però il Napoli continua a spingere e questa volta il colpo di testa vincente è del Cholito, 2-1 all’intervallo.

Nel secondo tempo il Napoli prova a chiuderla, prima con Raspadori e poi con Elmas, ma il gol arriva al minuto 87’, colpo di testa di Afena-Gyan e partita che va ai supplementari.

I cambi di Spalletti però non incidono, su tutti Politano e Zielinski, il primo troppo prevedibile e confusionario nelle giocate, il secondo oggettivamente, senza quel rigore, avremmo fatto fatica a notarlo.

Il Napoli però va comunque vicino al vantaggio con Osimhen e Simeone, che ancora una volta colpisce la traversa, la Cremonese resiste seppur in dieci per l’espulsione di Sernicola, e la partita si decide ai calci di rigore, primi tre impeccabili, da una parte e dall’altra, il primo (e unico) errore della serata arriva con Lobotka, a chiuderla è proprio Afena-Gyan, che con il tiro dagli 11 metri manda la Cremonese clamorosamente ai quarti, dove affronterà la Roma, in un tabellone che per la squadra di Mourinho si fa sempre più interessante.

Sconfitta deludente per gli uomini di Spalletti, che potevano farsi strada in un lato di tabellone che li vedeva favoriti. Negativo l’esordio di Bereszynski, molto propositivo, ma frequenti - in alcuni casi anche gravi - gli errori in fase di manovra. Male anche Gaetano che, seppur non ancora nei panni di vertice basso, è stato davvero troppo timido, mettendo i compagni in difficoltà senza dare un punto di riferimento a centrocampo.

Il motivo principale della sconfitta però, arriva proprio dalla panchina, infatti il Napoli, nonostante qualche errore di troppo, era riuscito a costruirsi il vantaggio, e andare anche vicino a chiuderla, questo fino a metà secondo tempo, quando l’ingresso dei titolari ha rallentato la squadra, quasi come se non ci si volesse sporcare le mani, in una partita in cui era necessario farlo.

Cremonese che, invece, ha fatto la partita che voleva Ballardini, molto attenta in copertura, sfruttando le poche occasioni concesse, perfetti infine, dal dischetto.
Inutile trovare giustificazioni alcune, l’eliminazione in Coppa Italia è di quelle cocenti, inaspettate e dolorose, c’è solo da rimboccarsi le maniche e fare tesoro di questa sconfitta. Nessun avversario può essere sottostimato e chi detiene la fascia di capoclasse non può sottrarsi da questo incarico. Salerno dovrà rappresentare l’ennesimo esame da dover superare, per riprendere possesso delle proprie capacità e con l’intento di continuare a rendere noioso questo campionato.