Udinese-Napoli 1-3: l'Analisi Tattica della partita
Non è cambiato nulla nel Napoli di Conte che ha travolto a domicilio l'Udinese, ma gli azzurri sono riusciti a trovare facilmente la profondità.
La partita Udinese-Napoli si è conclusa con una vittoria ampiamente meritata per gli azzurri. Forse una delle prime volte in cui la squadra ha dimostrato di avere continuità di prestazione tra i due tempi, al di là del risultato di svantaggio (arrivato per puro caso) nei primi 45'. Nel primo tempo, infatti, gli azzurri hanno avuto sempre il controllo della partita attraverso il possesso palla (71%) e sfiorato diverse volte la rete. E' chiaro che nella ripresa, con il risultato da recuperare, si è visto un Napoli diverso soprattutto nell'atteggiamento e nella voglia famelica di andare a ribaltare la partita.
Questi elementi hanno fatto la differenza, perché Conte non ha modificato nulla a livello tattico e di movimenti nel corso dell'intervallo, per questo diciamo che c'è stata continuità di prestazione tra le due frazioni di gioco. L'insistere sulle stesse dinamiche offensive proposte nel primo tempo, quando i padroni di casa sono apparsi sicuramente più attenti in difesa, è stata una scelta che ha pagato.
Con il passare del tempo, infatti, i bianconeri hanno iniziato a concedere spazi ed il Napoli ne ha prontamente approfittato. Il gol di Lukaku ha rappresentato il momento di svolta: ha dato la carica alla squadra, che ha iniziato a muoversi con maggiore fluidità ed incisività. Il risultato è stato il vantaggio con il tiro di Neres deviato in porta da Giannetti, seguito dal tris con Anguissa. La fase offensiva del Napoli è stata ottimale, ma anche la difesa ha fatto la sua parte.
Le statistiche parlano chiaro: l'Udinese non ha registrato tiri nella seconda metà di partita, mentre gli azzurri, come nel primo tempo, hanno registrato un possesso palla del 70%.
Udinese-Napoli, appunti sparsi: niente 3-5-2, preparazione alla partita rispettata e migliorie in fase di non possesso
In Udinese-Napoli, come prevedibile, mister Conte non ha modificato nulla a livello di modulo di gioco. In settimana si era parlato tanto di un possibile passaggio al 3-5-2 con l'utilizzo di Raspadori di fianco a Lukaku. Noi non abbiamo mai dato adito a questa possibilità, perché dall'interno ci arrivavano segnali ben diversi.Non si è mai lavorato nell'ottica del 3-5-2, neanche in passato. I moduli di conoscenza della squadra restano 3-4-2-1, 4-3-3 e 4-2-3-1.
Conte è un allenatore troppo esperto e sa che prima di cambiare modulo servono diverse settimane di preparazione e prove sul campo. Fa piacere, invece, osservare che alcune nostre previsioni fatte prima della partita siano state confermate in campo. In particolare, si fa riferimento alla capacità di costruire la fase offensiva in modi diversi, sia lateralmente che centralmente, pur mantenendo la stessa struttura tattica.
Conte ha preparato molto bene la partita: l'obiettivo tattico era quello di provocare le uscite dei "quinti" e dei "braccetti" dell'Udinese, attraverso movimenti mirati come gli abbassamenti di posizione ed i posizionamenti interni. Il tutto ha avuto successo, come dimostrato dalle segnature di Lukaku ed Anguissa, arrivate proprio grazie a situazioni di questo tipo. In particolare, McTominay ha avuto un ruolo centrale, scambiando spesso posizione con Olivera, in modo da liberare spazi per Neres. Questo ha creato disordine nelle linee difensive dell'Udinese. Molto bene anche la catena di destra con Di Lorenzo e Politano.
Udinese-Napoli è stata una continua ricerca della profondità
La partita, inoltre, è stata preparata sulla ricerca degli attacchi alla profondità. Questo approccio ha dato ottimi risultati, come dimostrato dal gol di Lukaku. Gli azzurri hanno provato a sfruttare la tendenza dell'Udinese a difendere con una linea alta, attaccando tante volte gli spazi con Neres, Politano, Mc Tominay, Di Lorenzo ed Olivera. In generale, quando il Napoli affronta squadre che adottano una difesa alta e concedono spazi dietro la loro linea difensiva, riesce quasi sempre a fare bene
Oltre a sabato, il riferimento va a partite passate, come quelle contro Bologna (3-0), Como (3-1) e Milan (0-2), in cui gli azzurri hanno vinto bene sfruttando varie volte situazioni del genere, ed in cui anche Lukaku è stato sempre protagonista in positivo con gol ed assist (a parte la gara con i felsinei). Passaggio finale sulla fase di non possesso, dove la squadra è stata molto attiva nella fase di prima costruzione bianconera. In particolare, si profilava una sorta di 4-2-1-3/4-2-3-1 (foto), con Lukaku su Bijol, Neres e Politano sui braccetti, i terzini Di Lorenzo ed Olivera pronti ad uscire alti sui quinti, Lobotka alto in pressione sul play, con Mc Tominay ed Anguissa posizionati leggermente più dietro a schermare le mezzali.
In difesa, Rrahmani e Buongiorno in copertura su Lucca e Thauvin. Da evidenziare come gli azzurri abbiano mantenuto sempre una linea alta ed aggressiva, anche quando erano in vantaggio. Questa intensità nella fase di non possesso rappresenta sicuramente una novità. La squadra, infatti, sembra più preparata a mantenere una pressione costante sull'avversario per tutta la partita, un aspetto che potrebbe essere anche il risultato di una condizione fisica in miglioramento.