I giorni passano veloci, il campionato si avvia alla fine ed il calciomercato sta per entrare nel vivo. Anche se quello del Napoli, purtroppo, è aperto da ottobre e durerà fino al 31 agosto. Si spera.

Ma quello che impazza oggi è la questione allenatore. Antonio Conte, Stefano Pioli, Giampiero Gasperini, Vincenzo Italiano, Francesco Farioli, la new entry Vincenzo Montella - e chissà quanti altri - sembrano girare come un tourbillon sul taccuino del Napoli. Tra percentuali gettate al vento, ricerca di case in affitto e procuratori che parlano ad ogni pié sospinto, il gioco si sta facendo abbastanza pesante.

La realtà è molto più semplice. Una società di calcio non può avere sullo stesso taccuino una lista di allenatori così diversi tra loro. Un club non può, in tutta onestà, avere il dubbio su chi affidare il nuovo corso (3 o 4 anni) al 20 aprile, dopo un anno del genere. Ma soprattutto, non può volere un profilo "giochista" mentre fa un'offerta a un profilo opposto.

Ci spieghiamo ancora meglio. Non si può scegliere tra uno alla Conte e tra uno alla Italiano. Vorrebbe dire, senza dubbio, una totale mancanza di idee e di progetto. Un'assoluta carenza di sicurezza del futuro. Vorrebbe dire, in termini poveri, che a fine aprile il Napoli non sa cosa fare da qui ad un mese.

Come se il Borussia Dortmund, dopo l'ottimo Terzic, si trovasse a maggio senza una scelta sicura avendo sul piatto due categorie di allenatori totalmente differenti tra loro. Mai successo da quelle parti, mai accadrà probabilmente. Si insegue una filosofia, la si sceglie e sposa con sicurezza, si costruisce su di essa. Con forza.

Il Napoli, invece, è passato da Sarri ad Ancelotti (due allenatori agli antipodi), da Gattuso a Spalletti (due allenatori diversi) e da Spalletti a Garcia (ancora un cambio di filosofia, come ha provato a spiegare più volte lo stesso tecnico francese). Si capisce subito i risultati chi hanno premiato e quale tipo di filosofia.

Non è importante quale allenatore arrivi alle pendici del Vesuvio. Basta che sia la prima scelta della società e non altro. Al di là di schemi, bastoni e carote. La prima scelta ti dà sempre un vantaggio. E cioè la sicurezza di avere creduto in una determinata filosofia. Si tende a difendere quella scelta ed è sempre un bene.

Soprattutto perché le altre scelte, non le prime, sarebbero sempre un "accontentarsi". E la storia insegna che quando il Napoli si è accontentato non è mai finita come si sperava. La storia insegna sempre. Ci sta poco da fare.

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Napoli NeTalk - Puntata del 18/04/2024 - Ospite della redazione Luca Cerchione. Iscriviti (qui) al nostro canale Youtube.