O Conte oggi, o Italiano a maggio. Lo abbiamo scritto qui, due giorni fa, prima che si parlasse di probabile esonero e prima che il nome del tecnico salentino entrasse così a gamba tesa nello storytelling napoletano.

Conte non ha accettato l'avventura napoletana ed è un fatto incontrovertibile, e pure grave, viste anche le dichiarazioni di ieri del presidente De Laurentiis. Ma chi scrive, aveva dubbi sulla risposta positiva dell'Antonio (ex) nazionale. Perché è un profilo che naviga ancora ad alto livello, o per lo meno spendibile ai top team europei.

Le alternative ci sarebbero. Su tutti Tudor, figlioccio prediletto proprio di Conte, passando per Lopetegui, ex ct della nazionale spagnola, oppure il ritorno di Mazzarri. Ed altri. Nomi più o meno idonei col progetto tecnico del Napoli. Ma chi scrive pensa che non sarebbero giusti oggi per questi ragazzi. Non sarebbero giusti per la mentalità e la politica di questa società. Che al netto degli errori di questa estate, quando si è trovata a gestire per la prima volta un post scudetto atteso 33 anni, ha sempre dimostrato di essere intelligente e raggiungere, per la maggior parte delle volte, gli obiettivi prefissati.

Nomi che sarebbero visti come traghettatori, a cui il Napoli mai ci ha abituato. E soprattutto non è abituata come società. Il consiglio, ripetuto da giorni, che sento di dare al presidente ed alla società tutta è quello di continuare con Rudi Garcia, parlare coi senatori, unire tutte le componenti societarie e puntare al 4º posto come minimo stagionale.
E poi a maggio (ma chiuderlo oggi, onde evitare brutte sorprese e soprattutto farlo in silenzio assoluto) prendere Vincenzo Italiano. Il tecnico che doveva essere il naturale post Spalletti.

Oggi è inutile recriminare, le scelte sbagliate si pagano e pure profumatamente in alcuni casi. Speriamo però non sia questo il caso.
Il Napoli non può far altro che mantenere la rotta, portare la nave in porto e poi ripartire, anno prossimo, per mete inesplorate.
Traghettatori, oggi, non servono.