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Buongiorno
Buongiorno

Alessandro Buongiorno , difensore del Napoli, ha rilasciato un'intervista al Mattino.

Napoli: una città nel destino 

Mi trovo meravigliosamente qui a Napoli, sono affascinato dalla gente, dal cibo, dal clima, dal calore delle persone. Poi qui ho parenti, perché i miei nonni sono di Cardito e quindi nel mio destino, forse, c’era già scritto che avrei dovuto indossare questa maglia“.

Conte e Buongiorno: quell’incontro galeotto 

“Come ci siamo incontrati io e mister Conte? Per caso. Ma ricordo anche la data esatta. Era il 6 giugno. Il mio compleanno (ride, ndr). Io ero a festeggiare in un locale con gli amici e lui si avvicinò per parlarmi. Ne sono rimasto colpito subito. E da allora abbiamo iniziato a sentirci spesso per parlare del Napoli, a scambiarci messaggi. Non c'è voluto molto per capire che solo per il Napoli avrei potuto lasciare il Toro. Anche il presidente De Laurentiis mi ha subito fatto una grande impressione".


Anema e Core: sono venuti i brividi 

Anema e core significa dare tutto per la maglia, mettere tutto noi stessi in quello che facciamo, ogni giorno. La passione dei tifosi e il loro sostegno fanno parte del connubio perfetto, sono tutti pezzi dello stesso ingranaggio. Che deve funzionare alla perfezione. La coreografia di domenica del Maradona mi ha fatto battere il cuore anche quando l'ho rivista, la sera alla tv. L'ennesimo esempio dell’amore dei napoletani che io avverto dal primo giorno in cui sono arrivato in questa città.

Napoli-Fiorentina: l’esultanza del mister
Napoli-Fiorentina: l’esultanza del mister

Scudetto? Noi non pensiamo a quello che sarà. Lo abbiamo dimostrato. Una partita alla volta, stiamo mettendo una voglia incredibile in ogni gara. E questo i tifosi ce lo riconoscono sempre, allo stadio ma anche quando li incontriamo per strada. Sanno che ogni volta che usciamo dal campo abbiamo dato il massimo, abbiamo la maglia sudata. Vogliamo continuare a renderli orgogliosi di noi. Fino all'ultimo minuto dell'ultima giornata. 
Chi temo di più tra Atalanta ed Inter? Sono due squadre molto forti.L'Inter dall'inizio della stagione e partita come favorita, ma anche l'Atalanta è ostica. Ma a noi non piace guardare oltre noi stessi, non ci piace vedere gli altri. Ci siamo solo noi stessi.

Se ogni tanto qualcuno parla della festa che ci fu due anni fa? Ogni tanto sì. Sono stati giorni bellissimi, qualche volta capita che qualcuno descriva quella festa incredibile. Ma il calcio non guarda mai indietro, si occupa solo del presente. Conta l'oggi, quello che fai adesso, con il Venezia, non certo quello che hai fatto nel passato.

Vincere è l’unica cosa che conta? Beh, diciamo che il risultato e una componente importante, inutile nasconderlo. Poi c'è il miglioramento di squadra, il processo di crescita individuale. E sono cose da cui non si può prescindere.

Quando si inizia a studiare il prossimo avversario? Iniziamo oggi con i video, poi mi prendo dei momenti alla fine della settimana, mi faccio inviare dallo staff il materiale che mi serve. Mi piace studiare anche il modo con cui gli attaccanti vengono serviti”.

 

Il Napoli è cazzuto

”Come è il Napoli per me?Mi piace dire "cazzuto", ovvero tenace, determinato. Ecco, non molliamo mai. Questo è il Napoli. È un Napoli che ha un grande spirito, dove ognuno si mette a disposizione dei compagni, si sacrifica per l'altro. E dove tutti hanno voglia di mettersi in gioco, in discussione. E non ce ne sta uno che non sia pronto a migliorarsi.

Cannavaro dice che sono uno dei pochi che fiuta il pericolo? Se lo dice uno dei miei miti, non posso che esserne orgoglioso: da bambino vedevo lui, Nesta e Maldini come si muovevano in campo e provavo poi a imitarli. Mi ispiro a loro anche adesso. Vero, cerco di stare “attento”. Il difensore deve essere pessimista nella marcatura, pensare che il suo avversario può fare delle cose strepitose ogni volta. Se nella vita sono pessimista? No. 
Perche è dal 2006 che nessun difensore vince il pallone d’oro? Perché ci si concentra su chi segna.

La miglior prestazione stagionale? Quella con l’Inter a Milano.

Avversario più duro da sfidare? Di forti ce ne sono tanti, da Retegui a Kean che sono con me in Nazionale. Ma l'ansia che mi dava Lukaku non me la dava nessuno. Ogni volta che lo affrontavo con il Torino sapevo che sarebbe stata dura. E quando ci siamo rivisti a Castel Volturno ero contento. Ma devo dire che anche lui lo era al pensiero che non lo avrei dovuto più marcare..“

Il difensore di Conte fa tante cose in campo

”Il difensore di Conte deve difendere ed impostare.Quest anno abbiamo cambiato tanti moduli ma il mister ci ha insegnato i vari movimenti da fare, nei minimi dettagli. Per lui è importante che il difensore si adatti alle situazioni: deve saper scivolare sulla linea difensiva, marcare a uomo...e noi siamo pronti a tutto.

Cosa preferisco fare io? Ho giocato da braccetto, da centrale a tre ed a quattro. L’unica cosa che conta è l’applicazione.

Con Inter e Fiorentina abbiamo cercato di andarli a pressare a uomo, e quindi abbiamo avuto un baricentro molto alto. E questo ci ha consentito di recuperare tanti palloni, Ovviamente più vicino è alla porta il pallone recuperato, piu aumentano le possibilità di fare gol...Ma quello che conta è la grande collaborazione che c'è tra tutti noi.

Maradona? La leggenda. Un'icona che ha stravolto tutto negli anni in cui è stato qui, ha cambiato la percezione del calcio in questa città. E quella statua nello spogliatoio dello stadio fa effetto, emoziona, fa venire i brividi.

Lo sgarro culinario che mi piace di più? pasta e patate con la provola. Ne vado matto. È il regalo che mi concedo quando so che me lo sono meritato”.

Napoli e Torino: che differenza 

“Differenze tra Torino e Napoli? Lì potevo girare più tranquillamente, andare in un bar. Qui la passione è travolgente, non riesci a fare un passo. Ma è tutto bellissimo. D'altronde, non è che hai tutte queste forze per uscire dopo che hai fatto un allenamento il pomeriggio.

Cosa faccio? Resto a casa, faccio i puzzle. Ora ne ho uno di 1500 pezzi, quello del Tower Bridge di Londra. Poi gioco a scacchi, mi concentro con i rompicapo. E mi piacciono i giochi investigativi: appena posso scappo con Meret, Simeone e Raspadori a fare una escape room“.

La laurea in economia: Napoli è anche un modello

“L'avere una proprietà italiana non è solo un segno distintivo, ormai, ma è anche un elemento di ulteriore forza al progetto.

Perchè l’università? Mi sono diplomato al liceo pubblico, tra enormi fatiche perché già giocavo a tempo pieno. Peraltro, pure con un bel voto alla maturità, 86. Allora mi sono preso un anno sabbatico ma in quei mesi di pomeriggi liberi, quando ero a Carpi, mi sembrava di buttare via il mio tempo per giocare alla Playstation. E allora è scattata la molla: anche perché ho notato che grazie allo studio, ai libri, migliorava il mio rendimento e apprendimento sul campo e fuori. Capivo più facilmente le richieste degli allenatori, anticipavo le cose. Ho notato, insomma, che con lo studio riuscivo a essere persino migliore come calciatore. E infatti ogni volta che vengono da me quelli più piccoli a farsi firmare gli autografi gli dico spesso "mi raccomando, divertiti con il calcio ma devi sempre andare bene a scuola. E impegnarti”.

Conte: un carisma che seduce

”Cosa ha di speciale Conte? Ha carisma ed è duttile. Riesce a darti sempre la carica in ogni circostanza, non sbaglia mai momento e parole. Ha qualità tecniche e tattiche che mostra ogni volta in allenamento.

Antonio Conte in panchina ai tempi dell'Inter
Antonio Conte in panchina ai tempi dell'Inter

Dopo Como il mister si è arrabbiato? È stata una lezione importante in vista di queste ultime partite della stagione. Il secondo tempo non è piaciuto a nessuno di noi, eravamo tutti arrabbiati con noi stessi. E abbiamo imparato da quella sconfitta. Ci e servita, come abbiamo dimostrato con Inter e Fiorentina.

Che succede quando non si vince? Anche a livello personale è dura, pure per me un pareggio vale come una mezza sconfitta. Poi però passa, bisogna concentrarsi sull'impegno successivo, quindi bisogna subito spostare il focus. Magari è capitato che in alcune momenti ci siano stati degli allenamenti più intensi, pero alla fine faccio fatica a capire in quale settimana ci sono allenamenti meno tosti (sorride, ndr)”.


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