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Antonio Conte, attore protagonista di questo Napoli (IA)
Antonio Conte, attore protagonista di questo Napoli (IA)

Perché - a differenza di ciò che ci si possa aspettare - i primi a “normalizzare” tutto ciò che di buono stanno facendo gli azzurri in questa stagione, sono proprio i napoletani stessi? Come mai, una piazza che tende spesso ad esaltare l’operato del club, si ostina a fare le pulci durante una stagione che - ad oggi - si sta rivelando sorprendente?

Conte eclissa chi gli è di fianco?

È evidente che la figura di Antonio Conte - per una buona fetta della stampa partenopea - sia troppo ingombrante, almeno per quella che è la dimensione attuale del club azzurro. Mi spiego meglio: il tecnico leccese, con il suo carisma ed il suo curriculum, rischia di mettere in ombra gli altri presenti in scena. Come un attore che accentra su di sé tutti gli applausi degli spettatori in sala. Una paura che è dettata dalle insicurezze, piuttosto che dai fatti. La sinergia tra allenatore e società è messa in dubbio solo da chi vuole vedere delle crepe in un rapporto che è ben lontano dall’essere in crisi.

Ma un illustre attore protagonista non è sempre sinonimo di un buon film. Anche produttore, regista e addirittura le comparse concorrono a rendere il girato di qualità. Allo stesso modo, anche tutti i componenti di un club sono necessari affinché la stagione possa essere vincente. Un team è tale quando tutti remano nella medesima direzione, arricchendo l’ambiente lavorativo di cui fanno parte. Le frizioni interne (vale anche per la stampa) non fanno altro che destabilizzare la piazza, a vantaggio delle rivali.

Un Conte da Oscar, per un Napoli vincente

Unione d’intenti. Compattezza. Lavoro. Da ripetere come un mantra. Questi i pilastri su cui poggia il Napoli “contiano”. Tutti importanti, nessuno indispensabile (per conferma, chiedere dalle parti di Tbilisi). È innegabile che l’arrivo di Antonio sulla panchina azzurra abbia portato numerosi aspetti positivi, mentre su altri ci sia ancora da lavorare. Così come è innegabile che la società abbia fatto numerosi sforzi per accontentare l’allenatore, avallando decisioni non sempre rivelatesi lungimiranti.

In attesa della notte degli Oscar - quella di Serie A, si intende - quando sarà il campo e non l’Academy a dare il suo verdetto, non resta che sederci comodi in poltrona e goderci lo spettacolo. Sognando di poter alzare al cielo un’altra statuetta, la quarta, che sarebbe la giusta gratificazione per un gruppo che ha lavorato sodo per raggiungere l’obiettivo. Ma, comunque vada, non disperate. Ricordatevi che questo è solo il primo capitolo di quella che si prospetta essere una trilogia, che speriamo possa fare incetta di premi.


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