L'entusiasmo con cui tifosi e opinionisti tv accolgono le notizie dei duri allenamenti a Dimaro sotto la guida di Antonio Conte è emblematico di un desiderio profondo di riscatto e rinnovamento. Dopo una stagione deludente, segnata dalla blanda preparazione di Rudi Garcia e dalla confusione gestionale post-Spalletti, c'è una voglia disperata di tornare ai fasti dell'anno dello scudetto. Ma è giusto celebrare l'affaticamento e l'eccessivo sudore dei giocatori come un segnale positivo? O siamo di fronte a una narrativa fuorviante che ignora le vere radici dei problemi che ha coinvolto questa squadra lo scorso anno?

Lo Scempio post scudetto

La stagione passata ha visto un Napoli irriconoscibile, scarico e demotivato. Tuttavia, attribuire la colpa di questa débâcle esclusivamente ai calciatori è un'analisi superficiale. Quando un gruppo che ha dimostrato di saper giocare ad un livello di categoria superiore alle proprie potenzialità e improvvisamente perde la bussola, è chiaro che ci sono fattori esterni più profondi in gioco. La transizione da Spalletti a Garcia è stata gestita male, con metodi di allenamento inadeguati e una mancanza di visione strategica. L'alternanza di ben tre allenatori durante la stagione non ha fatto altro che acuire il disorientamento di una squadra che aveva perso il suo punto di riferimento.

immagine tratta dal sito de La Repubblica - www.repubblica.it

Non è stata una questione di impegno. I giocatori non hanno improvvisamente deciso di smettere di allenarsi o di giocare con passione. È stata la cattiva gestione che ha reso vano ogni loro sforzo. Un meccanismo che funzionava alla perfezione nell'anno dello scudetto è stato disgregato da decisioni sbagliate e da una direzione tecnica inadeguata. La squadra non sapeva più cosa fare con la palla tra i piedi, non perché mancassero di talento o di volontà, ma perché erano privi di una guida chiara e coerente.

Gli auspici per il futuro

Oggi, vedere i giocatori sottoposti a intensi allenamenti a Dimaro è sicuramente un segnale di cambiamento. Ma gioire per il loro sfinimento è un atto di cinismo che riverbera il passato e non proietta verso il futuro. È un modo superficiale di rassicurarsi che la squadra stia finalmente prendendo la giusta direzione, senza riflettere sulle vere cause che hanno portato al declino. Non si tratta solo di sudore e fatica, ma di costruire una strategia a lungo termine che restituisca fiducia e coesione al gruppo.

Imparare dal passato

Antonio Conte è noto per la sua disciplina e la sua capacità di ottenere il massimo dai giocatori, e questo, senz’altro, potrebbe essere un passo nella giusta direzione. Tuttavia, le scelte gestionali contano e portano conseguenze. È necessario imparare dagli errori del passato - come, d’altronde, la società ha imparato a fare - e dare supporto al gruppo squadra; non solo manifestare entusiasmo per i nuovi arrivi, ma soprattutto porlo nei riguardi dei veterani, i quali meno di due anni fa condussero questo popolo alla gloria. Cercare di far ricadere le colpe sui singoli porta a solo a creare equivoci ed incomprensioni come accaduto per Giovanni Di Lorenzo. che non si fondi sul sacrificio fisico dei giocatori, ma su una visione chiara e una gestione solida.


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