Se il Napoli giocasse sempre lontano dal Maradona, gli scudetti (si, al plurale, perché ne sarebbero tanti) li vincerebbe a gennaio.

Ogni obiettivo in gara secca, in casa, il Napoli lo butta alle ortiche: che sia una qualificazione Champions, o un passaggio del turno in Europa League. Che sia un sorpasso tanto agognato o la gara della matematica (come quella di oggi) il Napoli la fallisce.

Sono tantissimi i ricorsi storici che rafforzano questo concetto. I più famosi, senza dubbio, sono Napoli - Juventus del 2018 (con Sarri, 0 a 1, gol di higuain) e Napoli - Verona (con Gattuso, ultima di campionato, 1 a 1). Soprattutto quest'ultima gara ha vissuto di un racconto molto strano durato 3 anni. Anzi, in alcuni frangenti dura tutt'ora. Come se ci fosse stato chissà quale accordo occulto che lasciò gli Azzurri fuori dalla Champions due anni fa. Il Tempo, prima e dopo, ha dimostrato che in realtà non ci sta nulla di "oscuro", ma solo ed esclusivamente questioni di campo.

Questioni di campo, di gambe e di testa. Di tecnica e tattica. Di coraggio e perseveranza. Di attenzione.
Anche oggi, gara secca, con una città che ha spinto come non mai, con la tavola apparecchiata dalle 3 scoppole date dall'Inter alla Lazio, il Napoli non ha vinto la partita. Si fosse giocato a Salerno, avrebbe probabilmente stracciato la partita già nel primo tempo.

Questo scudetto (si deve aspettare solo pochi giorni) il Napoli lo ha vinto fuori casa. Lo ha vinto a Bergamo, con uno straripante Osimehn così come a Roma con un euro gol proprio del nigeriano.
L'ha vinto con la Lazio all'Olimpico, a Milano sponda rossonera. L'ha vinto a Torino palleggiando in faccia ai bianconeri. Ha dominato su campi molto difficili per le altre, come ad esempio il Torino di Juric. Ha perso solo a Milano sponda Inter al ritorno dalla sosta mondiale.

In casa ha perso in modo netto con il Milan, ha perso con la Lazio, ha pareggiato con Lecce, Verona e Salernitana. Ha avuto difficoltà con Atalanta, con il Bologna, con Empoli e Udinese.

Il Napoli vincerà il suo terzo scudetto grazie alle trasferte, dove è una squadra straripante, ricercata, europea, perfetta. Tra le mura amiche, è una squadra tutt'altro che schiacciasassi. Un team da 4o posto, se tutto va bene.

Chissà, forse il "problema" è da ricercare nell'atteggiamento degli avversari (che, naturalmente, per loro è trasferta, quindi affrontano la gara in modo diverso rispetto alle loro gare interne). Forse al Napoli servirebbe un qualcosa di differente. Un dettaglio che stravolga le carte e che faccia saltare il banco agli allenatori avversari che, più o meno, affrontano il Napoli allo stesso modo.

E quindi forse, ad oggi, è più giusto che il Napoli trovi la matematica lontano dal Maradona. Perché anche oggi, a Piazzale Tecchio, l'urlo è rimasto in gola.