Il Maradona l'aureola del miracolo umano che unisce i confini e rimpicciolisce il mondo in una festa d'epica rinascimentale
Il terzo scudetto del Napoli, sedimentato tra i molteplici segni del destino, è un fenomeno di prodigiosa portata sociale, che ridefinisce i canoni delle feste nello sport.
Napoli festeggia incomparabilmente il suo terzo titolo calcistico in un afflato onirico con la squadra, straziando le purissime emozioni dentro una gioia giusta ed esaltata, paradigma di una contemporaneità del tifo spettacolarmente sano, che ha preteso e meritato di vincere, avvolgendo con la vitalità dei colori bianco e azzurri un intero spaccato generazionale a cavallo tra i due secoli, come il richiamo della giungla per il popolo partenopeo.
La festa ha moltiplicato i fattori d'entusiasmo di famiglia in famiglia, gentrificando di napoletanità i capoluoghi e le città più importanti d'Italia che hanno visto festeggiare nelle piazze i 'coloni' partenopei come fossero in territorio proprio, esponendo ancor più il manifesto della felicità attraverso l'urlo poetico dei napoletani.
Napoli che per inebriarsi di tricolore si è dovuta prosaicamente modificare nei tre decenni intercorsi dall'ultimo scudetto, rivangando tutta la deriva sociale che ha sempre distorto la visione dall'esterno della città più ricca di bellezze d'Italia.
Per questo l'atavico risveglio verso il progresso economico e anti rudimentale del turismo straniero dei quartieri più ghettizzati dai fenomeni di malavita, ha assunto la dimensione della rivincita, ormai già avviata dal proprio popolo, che quel riscatto sociale tanto enunciato dai giornali nostrani, l'aveva già conquistato con piena sodalità di tutti i suoi abitanti.
L'unicità di questa Valchiria per dedicare il successo a chi non c'è più, è che non hanno tracotato soltanto gli sportivi o gli appassionati, ma anche giovani e meno giovani con rado interesse per la storia sportiva, uomini e donne di diversissima estrazione sociale che hanno imparato a conoscere il potere unitivo del calcio a Napoli.
Il canto all'unisono della città, a tutte le sue altitudini e latitudini, spezza la disarmonia, fa svanire il terrore del passato lacerante e resetta tutti i momenti di retaggio della disperazione, quando dopo annate tragiche, il fallimento del club pareva aver creato quella fenditura all'amore della gente per la squadra non rimarginabile. Napoli e il Napoli in sussidiarietà si sono rialzati da un buio cosmico dove il futuro non esisteva, perciò i destini forti che Spalletti ha così argutamente evocato, si sono reificati dentro il chiasmo della vittoria, travalicando la mistica della volontà divina.
Napoli vince ovunque, anche nella galassia delle refrattarietà alla gioia immotivata mediante ragioni puerili, donando al mondo l'immagine d'una città ingentilita nel supporto alla squadra, che si strugge dentro le correnti di passione e che consacra il proprio folclore in una festa da cartolina di benvenuto per le genti del mondo, che hanno adorato e ammirato Napoli nelle ultime settimane, mentre si tingeva di un'aura magica che caricava la sospensione per l'eruzione dei cuori, senza circoscrivere alcun pericolo pleonastico.
Mentre dentro lo Stadio, dal 30 Aprile al 7 Maggio nella settimana della passione che solfeggiava i giorni, si consumava la beatificazione dei napoletani tutti e della stirpe Maradoniana, l'armatura circolare che sovrasta l'impianto ne era l'aureola attorno a cui un mare di persone di qualsiasi età esondava. La popolazione è straripata in tutte le vie e le piazze, dal centro città alla provincia più remota senza debordare nell'illogico, sugellandosi addirittura nelle lontanissime capitali al di là dell'oceano atlantico e pacifico, donando al pianeta un'ora di sincrono che alle 22:37 del 4 Maggio 2023 ha assottigliato meridiani e paralleli su un'unica indimenticabile emozione.
Da Melbourne a New York e Los Angeles, Madrid, Parigi, Danzica, Stoccolma, Tokyo, a Dakar, Dubai e ovviamente a Buenos Aires e tutti gli altri teatri oltre confine dell'enclavi azzurre nel globo terrestre, infasciati in un'eco festoso riverberatosi come cerchi nell'acqua, in cui tutti hanno voluto bagnarsi.
Napoli e i suoi tifosi si sono adunati per una celebrazione che farà storia per preparazione, attesa ed executio, nella liturgia scomposta in cui nessuno è rimasto insensibile.
Nella città devota per eccellenza che prega i suoi santi come prega Diego Maradona, la religione del calcio ha festeggiato le tante Pasque ed i tanti Natali dello scudetto nati all'ombra del Vesuvio.
Il sogno nel cuore è diventato un miracolo umano che ora Napoli dovrà raccontare e resterà per sempre.