Termina 0-1 l’anticipo della 25esima giornata di serie A tra Napoli e Lazio al Maradona, seconda sconfitta in campionato per gli azzurri che perdono il secondo scontro diretto (su 8 giocati), risultato comunque più determinante per la Lazio che dà un segnale importante alle rivali per la zona Champions.

Le statistiche del match

Andiamo ad analizzare il match attraverso le stats dei protagonisti in campo.
Spalletti schiera lo stesso undici sceso in campo con l’Empoli al Castellani, unico cambio sulla fascia sinistra, con Olivera a prendere il posto di Mario Rui squalificato dopo l’ingenuità di Empoli, il portoghese salterà anche la prossima giornata contro l’Atalanta. Per la Lazio sorpresa a centrocampo, poi rivelatasi vincente, con Vecino vertice basso al posto di Cataldi, in difesa torna Romagnoli con Hysaj sulla sinistra, out Casale per diffida.
La partita si sviluppa su un piano tattico chiaro, il Napoli ha sempre l’obiettivo di tenere palla e costruire con la linea a 4 difensiva (con i terzini che entrano in mezzo al campo) e Lobotka, fulcro della manovra. Il possesso è del 65%, dato anomalo però riguarda il possesso nella propria metà campo, 64%, solamente il 36% in zona offensiva, dato che evidenzia i meriti della Lazio nel ricacciare indietro la costruzione azzurra e rendere sterile il possesso. La partita la fa il Napoli, ma senza mai essere realmente pericoloso, unica occasione arrivata nel secondo tempo con un colpo di testa del solito Osimhen che si è fermato sul palo. 0.92 di xG, 4 il dato massimo riguardante l’indice di verticalità per il Napoli, in questo caso appartenente ad Osimhen, statistica che conferma la difficoltà nel costruire in verticale, infatti il Napoli chiude la partita con solamente il 44% di pericolosità di azioni in transizione. 14 le conclusioni, solo 2 in porta, 656 i passaggi riusciti contro i 315 della Lazio, molti però di questi passaggi sono risultati innocui per la difesa di Sarri.
Come detto in precedenza tanti meriti della Lazio, se nel secondo tempo la squadra ha ripiegato schiacciandosi e accettando il pressing, probabilmente per questioni fisiche, nel primo tempo Sarri ha deciso di partire subito alto, l’obiettivo era ovviamente quello di ingabbiare Lobotka, Vecino infatti da vertice basso saliva spesso per difendere a uomo, così come Immobile, l’attaccante ha toccato 3 palloni in area di rigore ma ha ostruito al meglio le linee di passaggio per lo slovacco, che chiude con il 24% come indice rischio passaggio, costretto il più delle volte infatti ad appoggiarsi nuovamente indietro. Anche Di Lorenzo insieme alla coppia centrale sono stati messi in difficoltà in uscita palla al piede dal pressing laziale, con Milinkovic in costante pressione su Kim e Zaccagni su Di Lorenzo. I numeri infatti del capitano del Napoli lo vedono particolarmente in difficoltà e isolato dalla manovra, 82 i palloni toccati, 50 i passaggi riusciti ma 0 le giocate che hanno creato pericoli e ben 17 possessi persi, troppo per uno come lui, il dato però che impressiona è la differenza tra lui e Olivera, 27 palloni toccati in più dall’ex Getafe, che però per caratteristiche fatica a costruire, scelta voluta infatti da parte di Sarri lasciare più libertà a sinistra.
La coppia centrale del Napoli formata da Kim e Rrahmani tocca in assoluto più palloni in tutta la partita, 163 per il coreano, 135 per l’ex Verona, entrambi superano il 90% di precisione, ma la grande quantità di palloni giocati in orizzontale denota difficoltà nell’uscire dal primo pressing per trovare Lobotka, giocata classica degli uomini di Spalletti, infatti sono 0 i passaggi chiave e tante le palle lunghe (20), merito va anche a Milinkovic-Savic, per lui grande partita di sacrificio in avanti nello stare dietro al palleggio del Napoli rendendolo sterile, tocca meno palloni del solito (52, 72 i tocchi di media) ma è molto importante in fase di non possesso.
Nota positiva per Spalletti la prestazione di Zielinski, soprattutto nel secondo tempo quando con la Lazio che tende ad allungarsi trova varchi tra le linee e buoni inserimenti che portano a potenziali occasioni, una su tutte il tiro di sinistro da fuori a sfiorare il palo alla sinistra di Provedel. In assoluto è il giocatore che crea di più e il più pericoloso sulla trequarti, 19 i passaggi riusciti in quella zona di campo, 58 in totale (89%), 2 i passaggi chiave, 100% i dribbling riusciti, 5 contrasti vinti (su 6) e 6 possessi persi, secondo dato più basso dopo Lobotka (3).
Poco cercato e trovato Osimhen, che ha il merito di aver (quasi) sfruttato l’unica occasione avuta in tutta la partita, la grande prestazione dei centrali della Lazio e la densità fatta dal centrocampo biancoceleste hanno impedito al capocannoniere del campionato di trovare gli spazi per inserirsi e ricevere l’imbucata, solamente 20 i palloni toccati con soli 7 passaggi riusciti (58%), 2 i passaggi chiave però, a conferma che anche in serate difficili riesce a essere pericoloso.

MVP della partita


Colui che decide la gara è anche l’MVP del match, e probabilmente il gol è la cosa meno importante della serata, impressionante il lavoro di Vecino in marcatura su Lobotka, nel primo tempo addirittura oltre la linea di metà campo a prendere lo slovacco, lavoro andato a buon fine viste le difficoltà in costruzione del Napoli. Questi i numeri della sua gara, 1 gol, poi decisivo, 2 conclusioni (1 in porta), 57 palloni giocati, 36 i passaggi riusciti (86%), 50% i contrasti vinti, 4 recuperi e 5 salvataggi.