Dieci vittorie consecutive e con un bottino quasi pieno alla 14esima di campionato, con solo due pareggi maturati nella prima fase di rodaggio contro Lecce e Fiorentina: quello che stiamo ammirando è un Napoli da 10 e lode.

Mai come quest’anno è palese che gli azzurri possiedano una marcia in più rispetto alle altre compagini: una rosa ampiamente valida, dove tutti sono considerati titolari da Mister Spalletti.

Una squadra dirompente che, nella maggior parte dei casi, parte dalla panchina. La mancanza di punti di riferimento, la consapevolezza dei propri mezzi, la capacità di saltare l’uomo creando superiorità numerica sono attitudini fondamentali che disorientano qualunque avversaria, etichettandola come vittima sacrificali.

Tutti primi attori che riescono a trovare un completo equilibrio nel gestire con pazienza anche momenti di difficoltà, nello specifico quando si affrontano avversarie che lasciano pochi spazi all’offensiva. A differenza degli anni trascorsi, è palese che oggi il Napoli è una squadra non ancorata a soli due o tre elementi, ma completa, che propone sempre valide alternative, diventando così incontenibile, specialmente quando gioca sui ritmi alti.

Quella del Napoli è una vera fuga

È la terza volta che il Napoli raggiunge dieci vittorie di fila. Le due precedenti durante la gestione di Maurizio Sarri negli anni 2017 e 2018. Ma se allora i punti di vantaggio erano più risicati, ora il divario è pressoché evidente: + 8 sulla seconda, 38 punti su 42, una media di 1,5 gol a partita; più punti della Juventus di Antonio Conte che concluse il campionato della stagione 2013-14 con 102 punti. Tutto questo dà un’idea ancora più chiara di un tabellino di marcia impressionante e che rappresenta un segnale ben deciso verso le dirette concorrenti al titolo.

Questo è un Napoli che attualmente non conosce i propri limiti e diventa sempre più difficile ipotizzare rinforzi nella sessione invernale di mercato. L’impressione è che, ad oggi, non sembra ci siano i presupposti per infoltire la rosa; un intervento della Società che porterebbe probabilmente squilibri, ormai consolidati con risultati vincenti.

L’ascesa del Napoli nel nome di Aurelio

E di tutto questo splendido scenario ne è consapevole anche il popolo di Napoli, pienamente coinvolto in questo progetto. Un’intera città che, dopo l’era del ‘Pibe de Oro’, ha dovuto subire e saputo gestire momenti difficili, cominciando dagli anni ’90, quando la Società dovette vendere i suoi giocatori migliori per risanare un mare di debiti. Di seguito il fallimento societario e la successiva retrocessione nella serie cadetta. Poi, il cambio di rotta grazie all’arrivo di Patron Aurelio che, con coerenza e prudenza, ha saputo ristabilire quell’equilibrio economico-finanziario che, ad oggi, porta il Napoli ad essere, nel management, una delle Società più stabili in Europa.

Con De Laurentiis, che piaccia o meno, è cominciata l’ascesa verso il calcio che conta, verso l’Europa che conta, alimentando così sogni e speranze di una tifoseria logorata dagli scheletri del passato e che non vede l’ora di riassaporare e rivivere i giorni della “MaGiCa”.