Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi
“Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi” diceva Tancredi Falconeri ne’ il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa. Nel calcio, vince chi ha, anche nel suo momento migliore, la capacità di rinnovarsi. Chi si assume il rischio di cambiare quando sembra non ce ne sia bisogno, affinché non si perdano gli stimoli, e si rischi così di adagiarsi sugli allori di uno Scudetto appena conquistato.
Quella attuale si sta rivelando un’estate atipica per una parte del tifo azzurro, le numerose critiche che accompagnavano le sessioni di mercato estive hanno lasciato spazio ad un eccesso di serenità. Una tranquillità dettata dalla certezza di avere una squadra già forte e competitiva, ma anche dall’ingannevole convinzione che i tanti punti di vantaggio accumulati dal Napoli nella passata stagione faranno partire in pole position l’undici di Rudi Garcia anche nel campionato che verrà.
È importante, inoltre, che l’immobilismo sul mercato del club di De Laurentiis non si trasformi in arroganza, nell’autoconvinzione di poter vincere e stravincere indipendentemente da come si muovano i tuoi avversari. Si, perché risulta doveroso ricordare che le rivali, complice anche il distacco siderale inferto loro in classifica, sono state obbligate a ritoccare la rosa per colmare il gap aperto dagli azzurri nella passata stagione.
Le due cugine milanesi, complice l’addio di alcuni pezzi pregiati, hanno iniziato una simil rivoluzione che sembra avere i connotati di quella intrapresa dal Napoli nell’estate scorsa. Va detto, per onestà intellettuale, che non tutte le rivoluzioni escono col buco, e che spesso possono richiedere tempo per dare i frutti auspicati. È certo che il modello partenopeo è stato, e sarà, preso d’esempio da altre realtà del panorama italiano.
Non è detto, quindi, che dominare un campionato sia sintomo poi di una riconferma nella stagione successiva, come dimostrato dalle ultime 4 vincitrici diverse in altrettanti campionati disputati. Sopratutto non ci sarà più l’effetto sorpresa che ha permesso agli uomini di Spalletti di partire a fari spenti, con la tranquillità di chi, anche ingenerosamente, veniva pronosticato dai maggiori quotidiani sportivi tra il quinto ed il sesto posto.
Al contrario, in questa stagione, ci sarà una grossa X sulla fronte dei ragazzi in azzurro, vittime di una Operazione Valchiria, in cui gli altri club di A, sulle orme del colonnello Stauffenberg, cercheranno di attentare alla leadership di quello che è stato il dittatore dell’ultimo campionato italiano.