Erano altri tempi quando, nei corridoi o al bancone del bar dell’Hotel Gallia, direttori sportivi e procuratori si incontravano per trattare i trasferimenti delle squadre di Serie A. Si racchiudeva tutto in poche settimane, con i presidenti pronti a chiudere un acquisto con tanto di ventiquattrore piene di contanti, le rose al completo prima dell’inizio del ritiro e l’arrivederci al mercato di riparazione di novembre. Si aspettava tutte le mattine il giornale, con il borsino delle 18 squadre da leggere sotto l’ombrellone.

Oggi tra intermediari, affaristi, pec e bonifici da decine di milioni, le estati dei tifosi pallonari vivono di giornate interminabili passate allo smartphone. Trattative virtuali che nascono e muoiono nel giro di poche ore, ma che alimentano i sogni di chi sotto il sole cocente fantastica o si danna per la propria squadra del cuore.

C’è chi ama questo periodo, chi si lascia travolgere dai fiumi di notizie e chi vorrebbe solo risvegliarsi quando tutto questo grande teatro globale avrà chiuso i battenti. Un mercato che negli anni si è esteso a macchia d’olio, con i petroldollari arabi e gli States che oggi provano a farla da padroni, intenti a foraggiare un calcio europeo ormai sull’orlo della crisi, con la Premier inglese unica eccezione.

Il Napoli negli anni, sotto la guida De Laurentiis, ha dimostrato di essere sempre a proprio agio e di non lasciarsi condizionare dalle voglie della propria tifoseria. Sempre consapevole delle proprie possibilità e necessità, da perseguire con la calma dei forti e l’intuito dei giusti. Ma oggi una domanda nasce spontanea e ha il sapore della novità, quella portata da uno scudetto appena cucito al petto e che spinge a chiedersi: cosa succederà adesso?

Una domanda più che spontanea vedendo quello che sta succedendo alle altre competitor, azzannate come prede ferite da chi vorrebbe fare incetta dei pochi campioni che ancora calcano i campi del Belpaese. Certo, il Napoli ha un vantaggio non poco trascurabile, quella di essere un’isola felice, la piacevole eccezione di un campionato che si regge in piedi tra debiti e patteggiamenti. Eppure, anche gli azzurri devono sottostare alla legge del più forte o meglio del più ricco, sperando che nessuno tenti oltre il dovuto i suoi calciatori, come il Bayern con Kim.

I tempi dilatati del calciomercato per un club come quello del buon Aurelio sono però un limite, con gli altri club pronti a muoversi solo a pochi minuti dal gong, alla ricerca degli ultimi affari di stagione, come le massaie di un tempo, accalcate ai banchi del mercato in chiusura. È in questa sorta di immobilismo generale, in questa interminabile attesa, che il club azzurro pianifica il proprio futuro, senza sapere se quella “offerta irrinunciabile” arriverà, sconvolgendo in un colpo solo mesi e mesi di programmazione.

Eh sì, perché fino a quando la clausola di Kim non sarà attiva e versata la società partenopea non potrà affondare il colpo decisivo per portare all’ombra del Vesuvio il suo sostituto. Muoversi prima sarebbe un clamoroso autogol, perché potrebbe spingere i club interessati al coreano a cercare di trattare sul prezzo, con il Napoli oramai già coperto ed esposto economicamente.

In un certo senso anche per gli altri acquisti a completamento della rosa si dovrà aspettare che la situazione di Osimhen venga definita. Perché la sua cessione ad una cifra monstre aprirebbe nuovi scenari, con un nuovo e ricco budget a disposizione e la possibilità/necessità di agganciare profili di fascia superiore, per alzare il livello generale della rosa e compensare l’addio del bomber nigeriano.

Crediamo che De Laurentiis abbia già parlato con l’entourage del numero 9, mostrando la disponibilità a trattare non solo la cessione alle proprie condizioni, ma anche la volontà di proporre un adeguamento che soddisfi il calciatore. Il tutto dovrebbe avvenire in tempi ristretti, quasi certamente entro la metà di luglio, quando la squadra si radunerà a Castelvolturno alla vigilia della partenza per il ritiro in Val di Sole. Una dimostrazione di solidità che in pochi possono annoverare e che dovrebbe far dormire sereni i tifosi azzurri e il neotecnico Garcia, ansioso di iniziare la sua nuova avventura professionale.

Micheli e Mantovani, orfani del DS Giuntoli, non hanno mai smesso di adoperarsi per la ricerca dei nuovi Kvaratskhelia, sfruttando la loro fitta rete di scouting e collaboratori, attendendo solo il via libera per formalizzare il loro intenso lavoro. I nomi come sempre restano top secret, con il Napoli intento a lasciare solo le briciole agli esperti del settore. Così è sempre stato e così sarà, perché in fondo il calciomercato non è altro che una tremenda bugia.  


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