Starace: “De Laurentiis ci ha fatto vivere un’annata storica”
Tommaso Starace si racconta ai canali ufficiali del Napoli. Diversi i temi toccati dal magazziniere del club azzurro: "Noi con la squadra venivamo spesso a mangiare in questo albergo. Poi all’improvviso uscì la notizia che il Napoli stava preparando spogliatoi e magazzino qui e ci dicemmo: 'Ah, finalmente!'. Devi sapere che in Serie C andavamo col furgone, uno serviva sia da magazzino che da trasporto materiali e vi lascio immaginare che confusione c’era su quel mezzo.
Un ricordo di Diego Armando Maradona.
“Solo chi h’ha conosciuto può capire davvero cosa fosse. Era una persona amabile, non ci sono aggettivi per poterlo descrivere. Per me da napoletano, tifoso del Napoli, lavorandoci attorno era qualcosa di eccezionale”.
Quanto è stato emozionante il terzo Scudetto?
"Diciamo che l’anno scorso è stato l’apice di questo successo: un’annata stupenda, indimenticabile e amorevole. Il presidente ci ha fatto vivere un’annata storica".
Con chi bevi il caffè?
"C’è Anguissa che lo beve volentieri, parecchio: penso anche al capitano Giovanni Di Lorenzo”.
Come prepari la giornata a Castel Volturno?
"La mattina mi preparo già per l’allenamento e alla fine mi preparo per il giorno dopo. E poi se c’è tempo ci si prepara per la partita, dobbiamo portarci sempre avanti con il lavoro. Bisogna essere sempre pronti a qualsiasi emergenza. Poi arriva la squadra e i ragazzi e si inizia a fare un po’ di caffè a uno e a un altro. Quando c’era Sarri gli portavo il caffè anche in campo".
Tre aneddoti del passato.
"Con Maradona andavo in camera sua e lui mi dava la sua borsa da portare sul bus perché lui, scendendo, doveva fare sempre autografi e non aveva modo di portarla. Anche col Mondiale 90 in Italia sono stato con lui in camera, gli andavo a prendere la borsa e la portavo sull’autobus: questo è un aneddoto che nessuno sa. Lui si fidava solo di me. Poi Taglialatela, prima di andare in campo, si faceva aggiustare la maglietta da me e mi chiedeva come stesse. Poi non cambiava mai i guanti quando la squadra vinceva, quando invece non vinceva la partita dopo li cambiava. Poi Mertens ci ha invitati a vedere Belgio-Portogallo in Belgio e a fine partita abbiamo giocato a calcio insieme lì fuori con lui e altri giocatori del Belgio. Dries è un campione di vita".