È il 21 dicembre 2023, ultimo giorno di autunno, uno dei tanti frenetici giorni prima delle feste natalizie, caratterizzato dai regali impacchettati e dalle cene organizzate. In realtà, la giornata odierna, avrà una valenza storica per la giurisprudenza sportiva, per via della tanto attesa sentenza dalla Corte di Giustizia Europea, il massimo tribunale continentale.

Ma facciamo un passo indietro: nella notte tra il 19 ed il 20 aprile 2021, ben dodici club europei “scissionisti”, guidati da Barcellona, Juventus e Real Madrid, annunciano la creazione di una nuova competizione, la Superlega. A seguito dell’annuncio, però, l’opinione pubblica si divise tra chi appoggiava il nuovo progetto e chi lo osteggiava fortemente, facendo scaturire anche accese rivolte tra i tifosi, che portarono poi al conseguente abbandono dei 6 club inglesi coinvolti.

L’effetto domino, partito dalle rivolte del tifo inglese, si estese anche ad Atletico Madrid, Inter e Milan. Ed i piccoli indiani della Superlega rimasero soltanto in tre, ovvero i club fondatori, i quali, fino ad oggi, hanno provato a far valere le loro ragioni in sede legale.

La sentenza

L’iter processuale, iniziato in Spagna nella corte di Madrid, si è concluso solo oggi con la pronuncia inappellabile della Corte di Giustizia. Ma cosa prevede questa sentenza?

Questa pronuncia stabilisce che le norme di FIFA e UEFA (rispettivamente le organizzazioni calcistiche mondiali ed europee), che vietano ai club affiliati di creare o partecipare ad una nuova competizione, sono illegittime perchè ledono il principio di concorrenza, punto cardine del diritto unionale. Ciò implica che la creazione della Superlega non solo è possibile, ma le federazioni nazionali ed internazionali non possono sanzionare i club che intendono parteciparvi.

In attesa di capire se e quando prenderà vita questo nuovo ambizioso progetto, la certezza è che la sentenza odierna può superare, per importanza, la sentenza Bosman del 1996. E conosciamo bene le conseguenze sportive di quella pronuncia…


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