A più di 24 ore dal fischio finale di Napoli Milan, che ha visto i rossoneri di Pioli guadagnare la semifinale di Champions League, eliminando gli azzurri di Spalletti, non si placano le polemiche sulle prestazioni arbitrali sia dell'andata che del ritorno.

Il tema si allarga e coinvolge anche le istituzioni del calcio europeo. La governance che gestisce il calcio d'occidente, al pari della Lega nostrana, non sembra fornire garanzie di competitività economica e sportiva, ma pare sempre più strizzare l'occhio ai grandi brand del pallone.

I tifosi delle squadre che non hanno un curriculum blasonato, hanno l'amara sensazione che il campo non sia l'unico giudice. O meglio, iniziano a maturare l'idea che per i propri colori non basti essere un po' più forti degli avversari, ma occorre essere estremamente più forti. Una condizione che di per sè sballa completamente il senso dello sport. E che alimenta una disaffezione ormai sempre più marcata. Anche la cultura del sospetto, in questo contesto, ha incredibilmente ragione d'esistere.

Che un arbitro non viva una serata brillante ci può sempre stare, ma se gli errori più gravi vengono commessi a discapito di una sola squadra risulta difficile biasimare la cultura del sospetto.

Le due designazioni di Napoli Milan sembrano essere studiate a tavolino. Kovacs all'andata, e Marciniak al ritorno. Il primo, considerato un arbitro "casalingo", dal cartellino facile, scelto per San Siro; il secondo, fischietto numero uno al mondo, di quelli che non si lasciano influenzare, con una personalità talmente spiccata da mettere in soggezione anche il Var che, sull'episodio Lozano Leao, non se l'è sentita di smentire il polacco.

Var, ricordiamo, il cui responsabile per la gestione delle competizioni europee, dal 2021, è Zvonimir Boban.

Boban, responsabile Var per le competizioni europee

Zvonimir Boban è dal 2021 Head of Football della Uefa, nominato da Aleksander Ceferin, una posizione manageriale ex novo. Il croato, ex Milan, è il primo a ricoprire l'incarico.

Boban, tra l'altro, ha già avuto un incarico analogo a livello mondiale per la Fifa, prima della sua esperienza manageriale di nove mesi al Milan - più specificamente da giugno 2019 fino a marzo 2020 - dove ha lavorato a stretto contatto con l'amico di sempre Paolo Maldini. Quest’ultimo, è attualmente parte integrante del Board costitutito proprio dall’ex fuoriclasse croato, in cui presenziano figure importanti di questo sport - super esperti incaricati di fornire idee e spunti per riformare il mondo del calcio - come il presidente della commisione arbitri Uefa, Rosetti, e altre stelle come Mourinho, Zidane, Boniek, Zanetti.

Tornando alle mansioni dell’ex centrocampista rossonero, i suoi compiti all'interno della Uefa spaziano dall'avere rapporti con le leghe e i club di appartenenza, alla revisione dei calendari. Tra le altre, compaiono anche quella di amalgamare le gestioni tra coppe e campionati con l’annessa gestione del Var all'interno dei tornei europei.

Diritto alla competitività e alla trasparenza

Occorre fare una riflessione decisa. Occorre lottare affinchè anche il più spietato complottista non abbia alcun appiglio sul quale costruire le sue teorie. Dovrebbe essere un’interesse di massima priorità soprattutto di chi si accinge a governare il calcio perché - per quanto possiate pensare - nemmeno a questa redazione piace trattare questo tipo di argomenti.

Basterebbe, come primo passo, che il responsabile del Var per le competizioni europee spiegasse perché la tecnologia non sia intervenuta seppur supportata dal protocollo di utilizzo.

Preferiremmo parlare degli accaduti sul rettangolo di gioco, di strategie, di tattica, di maggiore bravura, come quella espressa dal Milan nel doppio confronto, il quale ha dimostrato sicuramente di avere una maggiore predisposizione a questo tipo di competizioni, ma non possiamo esimerci dall’esprimere il nostro dissenso su questo tipo di conflittualità che - ahinoi - continuano ad alimentare il mondo dello sport.


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