No alla violenza contro le donne
No alla violenza contro le donne

Lunedì, in occasione della giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne, la città parteciperà con un fitto calendario di iniziative. Alle 10:00 al Maschio Angioino, il consiglio comunale si riunirà in seduta straordinaria. Su indicazione del ministero della Cultura, musei, parchi archeologicie luoghi della cultura statali si tingeranno di arancione. Dalle 9:00 alle 12:00 il tram storico di Anm sosterrà in piazza Municipio, sui binari nei pressi del porto, per ospitare un punto di ascolto con un'operatrice specializzata dell'associazione Differenza Donna che gestisce il numero 1522. Il Comitato Pari Opportunità dell'Ordine degli Avoccati di Napoli ha realizzato un cortometraggio con la voce di 17 componenti componenti e il contributo dello scrittore Maurizio De Giovanni e dell'attrice Miriam Candurro e distribuirà fiocchetti rossi a Palazzo di Giustizia. Alle 16:00, in piazza Mercato, si inaugura lo sportello di ascolto, consulenza e assistenza legale a supporto delle famiglie “Difesa, donne e minori” dell'associazione Assogioca.

Le dichiarazioni 

“La sensibilità sta aumentando e anche le denunce. Ma sempre di più spesso, quando parliamo con le vittime, ci rendiamo conto che gli episodi si trascinano da anni tra mille silenzi, anche nell'ambiente familiare”, dice Nunzia Brancati, dirigente della Divisione anticrimine della questura di Napoli, poliziotta al vertice del pool incaricato di ascoltare le donne che subiscono violenza in un'intervista a La Repubblica Napoli.

A un anno dal femminicidio di Giulia Cecchettin le denunce delle donne sono aumentate dottoressa Brancati?

“Registriamo un aumento virtuoso della sensibilità generale rispetto a condotte che in passato venivano, a torto, considerate come parte del costume ordinario delle relazioni affettive. Non mi riferisco alle agrgessioni più gravi, ma ad esempio a quegli atteggiamenti di controllo soffocante dell'uomo verso la donna".

Questa maggiore sensibilità si riflette anche sul numero delle vittime che si rivolgono all'autorità giudiziaria?

“Nel primo semestre di quest'anno abbiamo rilevato un aumento delle denunce per atti persecutori e violenza sessuale. Sono in costante crescita anche le segnalazioni per violazione del provvedimento di allontanamento, in particolare laddove la vittima sia una donna”.

Anche per questi reati si sta abbassando l'età media degli autori?

“Soprattutto per quanto riguarda gli atti persecutori e la diffusione di immagini stiamo notando un trend di relazioni violente che riguarda in molti casi fasce più giovani. Questo è dovuto principalmente all'uso della rete”.

Si spieghi.

“Nei ragazzi assistiamo a una leggerezza nella condivisione di dati privati, durante una relazione di coppia oppure nell'ambito di un rapporto di amicizia intenso, che poi vengono utilizzati come strumento di minaccia. Una cattiva gestione della privacy nel mondo virtuale si riflette in comportamenti patologici che richiamano logiche provenienti da un'epoca remota, alla quale non apparteniamo, ma della quale evidentemente risentiamo ancora”.

Si riferisce al patriarcato?

“Al di là delle parole, di sicuro esiste ancora una difficoltà nella gestione del rapporto in base ai ruoli e alle libertà rivendicate dalle donne nella loro autonomia personale.”

Giornata internazionale contro la violenza sulle donne
Giornata internazionale contro la violenza sulle donne (CSV Cosenza)

Come si convince una donna a denunciare le violenze?

“La chiave è entrare in empatia e instaurare un rapporto di fiducia. Quasi mai le vittime arrivano con la convinzione di denunciare, ma esiste una rete di diversi soggetti istituzionali che permette di intercettare la violenza, a cominciare dagli ospedali”.

E quando arrivano in questura?

“Il copione non è mai definito, ci si deve calare nelle storie che sono sempre diverse. Se non sono convinte di sporgere querela, le vittime vengono indirizzate al centro antiviolenza che fornisce loro supporto anche psicologico”.

Di tuute le storie che ha ascoltato, cosa l'ha colpita di più?

“Mi sconcerta prendere atto che le violenze, in moltissimi casi, durano da anni. Tante persone lo sapevano, anche in famiglia, ma non hanno collaborato”.

Esiste dunque un'omertà familiare?

“In certi ambienti è un'omertà che deriva dalla cultura camorristica. In altri contesti, esiste una sorta di ritegno dettato dalla volontà di non mettere in discussione l'equilibrio familiare”.

Ma è un errore.

“Un grave errore. Tutti dobbiamo essere sentinelle, la legge lo prevede espressamente perché attribuisce al questore la possibilità di intervenire sulla base di una segnalazione non anonima. La logica di farsi gli affari propri è sempre sbagliata. Nel contesto familiare è addirittura dannosa, perché anche i figli ne pagano il prezzo”.


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