Rimandata la qualificazione agli ottavi di Champions League per il Napoli, che stecca in casa pareggiando 1-1 con l’Union Berlino, squadra che non andava a punti dal 26 agosto (4-1 vs Darmstadt), per la squadra di Garcia invece continuano le delusioni casalinghe, l’ultima vittoria al Maradona è datata 27 settembre 2023 (4-1 vs Udinese), da lì 2 sconfitte e 2 pareggi. 

Con il pari di ieri sera la situazione aggiornata nel girone vede il Real Madrid in testa (già qualificato), il Napoli al secondo posto a quota 7 punti, chiudono il Braga (3 punti) e l’Union Berlino (1 punto), situazione quindi ancora ampiamente alla portata dei partenopei, con il destino interamente nelle proprie mani.

Andiamo ora ad analizzare il match attraverso i numeri dei protagonisti in campo.

Napoli-Union Berlino: lo schieramento tattico 

Il Napoli schiera il 433 (passando poi al 4231 in corso): in porta Meret; difesa formata da Di Lorenzo, Natan, Rrahmani e Mario Rui; a centrocampo Anguissa e Zielinski al fianco di Lobotka; attacco a tre con Kvaratskhelia e Politano ai lati di Raspadori prima punta. La squadra ha tenuto un baricentro molto alto, con i centrali a ridosso della metà campo in fase di possesso, a centrocampo tra i due centrali Lobotka a fare da perno, sulle mezz’ali squadra sbilanciata sul lato destro con Zielinski ad occupare soprattutto quella posizione alle spalle di Raspadori.

L’Union Berlino scende in campo con il 352, ma solo in partenza: tra i pali Rønnow; Bonucci, Jaeckel e Leite a formare la linea difensiva; Laidouni, Khedira e Haberer a centrocampo con Roussillon e Juranovic come quinti; attacco a due con Fofana e Becker.

La squadra ha tenuto un atteggiamento come prevedibile estremamente conservativo, basando tutto il gioco offensivo sulle ripartenza di Fofana, gli undici di Fischer sono stati schierati in posizione molto stretta, lasciando maggiormente campo sugli esterni e cercando invece di chiudere il più possibile le zone centrali, il che è stato fatto soprattutto con l’aiuto di Roussillon e Juranovic che partendo larghi poi si sono posizionati (con Laidouni) in mediana davanti alla linea a tre difensiva.

Napoli-Union Berlino: i numeri del match 

La partita si può analizzare partendo dal presupposto che si sono visti due Napoli in mezzo al campo, il primo, della prima frazione, che con ordine e qualche guizzo individuale soprattutto sugli esterni ha creato pericoli (2 occasioni, 2 conclusioni verso la porta, 0.63 xG, ma soprattutto non ha rischiato praticamente niente dal punto di vista difensivo, come testimoniano anche i numeri della squadra tedesca: 0.27 xG30% di possesso palla, 2 conclusioni in porta, 1 occasione creata e appena 109passaggi riusciti (74%).

Nel secondo tempo l’atteggiamento del Napoli cambia, i centrali si alzano sulla linea di metà campo, e le due mezz’ali si posizionano nei pressi di Politano a destra, lasciando maggiormente in 1 vs 1 Kvaratskhelia, il che può portare a subire ripartenze avversarie, che con un giocatore così veloce come Fofana possono essere letali, ed infatti proprio da una situazione del genere nasce il pareggio del numero 11.

Con un atteggiamento più offensivo (ma meno ordinato) il Napoli crea di più (1.12 xG18conclusioni, 3 in porta), ma subisce maggiormente, 0.83 xG4 conclusioni verso la porta, 2 occasioni da gol, il tutto sul 24% di possesso palla e appena 77 passaggi riusciti (63%), simbolo di una partita fatta e subita esclusivamente dai padroni di casa.

Da analizzare c’è innanzitutto questo diverso atteggiamento tra primo e secondo tempo, il Napoli non era stato brillante nei primi 45’, ma di certo aveva meritato il vantaggio (che stava anche stretto) e stava mostrando una prova di equilibrio e organizzazione, tutto ciò che è mancato nella ripresa. L’Union Berlino aspettava solo questo, una squadra protratta in avanti, con preventive superficiali e talvolta assenti, atteggiamento difficilmente spiegabile se pensiamo che al fischio d’inizio del secondo tempo il Napoli era matematicamente qualificato agli ottavi di Champions League.

La posizione dei due centrali fa tutta la differenza in questi casi, ma in due sensi, quello difensivo, che come abbiamo visto, ha portato alle ripartenze di uno scatenato Fofana (40 tocchi, 3 passaggi chiave, 4 dribbling riusciti, 1 gol), e quello offensivo, il Napoli nel secondo tempo ha creato soprattutto grazie a giocate individuali, in particolare con Kvaratskhelia, ma nel palleggio ha fatto fatica a costruire una trama di gioco.

L’altezza dei centrali (con 209 tocchi) ha contribuito a rallentare la manovra, non per la posizione, ma per le scelte legate alla posizione, in quella zona di campo decidere di andare sempre in orizzontale e mai in verticale fa si che la squadra avversaria abbia il tempo di sistemarsi e di abbassarsi annullando ogni spiraglio di profondità.

Rrahmani:

Natan:

Altro aspetto che va chiarito riguarda la gestione dei possessi offensivi, l’Union Berlino è partito con il 352, per poi andare con il 532, rinunciando praticamente alle corsie esterne (lo dimostrano gli appena 69 palloni toccati da Roussillon e Juranovic), il che ha permesso di creare forte densità al centro, a quel punto la scelta più ovvia è aprire il campo e cercare sempre di più gli 1 vs 1 sulle fasce, in modo da allargare lo schieramento tedesco e concedere più campo alla punta centrale.

Il Napoli però ha deciso di palleggiare soprattutto in zona centrale, sono 183 i palloni toccati dalla coppia Zielinski-Anguissa sulla destra, con il polacco per la prima volta in stagione impiegato maggiormente da quel lato, palloni che sono stati di conseguenza tolti dalla disponibilità di Politano, che in 87’ ne gioca 65, pochi se consideriamo le possibilità di far male su quel lato, e se consideriamo soprattutto le poche possibilità di far male con un Anguissa lontano dalla miglior forma.

Napoli-Union Berlino: Garcia e la gestione dei cambi

La confusione però non sembra ci fosse solo in campo, ma anche dalle parti della panchina azzurra, con un Garcia sempre meno padrone della squadra, i cambi sono la dimostrazione che ormai qualcosa stia sfuggendo di mano, la gestione di Lindstrom (che può giocare anche in posizione centrale), la scelta di isolare Kvaratskhelia nell’1 vs 1, i 3 slot usati per 4 cambi, di cui 2 fatti dopo l’87’, l’atteggiamento del secondo tempo totalmente fuori luogo rispetto alla situazione di punteggio.

Sono solo alcune delle situazioni che lasciano perplesso, in un match che ormai non presenta più delle domande (come forse faceva comodo pensare), ma ha portato delle dure e aspre risposte, risposte di una squadra che pare aggrapparsi al talento ma che galleggia senza mai riuscire a nuotare, senza mai riuscire a smuoversi da questa mediocrità, che ad oggi si vede in campo e fuori.