Il Napoli non si ferma più, vittoria schiacciante anche in casa del Torino grazie ad una prestazione – sia collettiva che nei singoli - di estrema qualità. I granata di Juric – come ci si attendeva – non hanno rinunciato al proprio atteggiamento in campo, fatto di intensità, pressing, marcature uomo su uomo e tanti falli. Nulla da fare contro la macchina perfetta costruita da Spalletti. Gli azzurri hanno riproposto sul campo – in maniera sublime – tutto il lavoro svolto nei giorni scorsi al Konami Training Center.

Torino Napoli, no surprise

Come anticipato in analisi, è stata una partita che si è sviluppata sull’errore dell’avversario. Il Toro ha sbagliato tanto sotto il profilo tecnico ed il Napoli l’ha punito. Novanta minuti di qualità e sostanza, proprio come piace a Spalletti. Gli azzurri sono stati bravi a riconquistare infinità di palloni in mezzo al campo, mettendoci anche il fisico: sotto questo aspetto, da evidenziare la prova enorme di Frank Anguissa. Restando in tema “fisicità”, molto positiva la prestazione di Mathias Olivera, che è riuscito a contenere in maniera egregia un cliente scomodo come Singo. L’uruguaiano – inoltre – ha fatto bene anche in fase offensiva. Delizioso il suo cross per la seconda rete di Osimhen.

Il Napoli – in fase di costruzione – ha rispettato in pieno il piano gara preparato. Come si evince dalle immagini quì sotto proposte, una delle situazioni di gioco – per arginare la prima linea di pressione - viste più volte durante il match, ovvero il calcio di rinvio diretto di Meret su Osimhen, sfruttando le costanti scalate di Zielinski ed Anguissa vicino a Lobotka, per attirare l’uscita dei due mediani granata (Linetty e Ricci) nella propria metà campo.

Il primo gol di Osimhen è frutto dello studio e della dedizione messa in campo da tutti i professionisti dello staff di mister Luciano Spalletti. Ovviamente le straordinarie capacità atletiche del nigeriano fanno la differenza, ma queste particolari situazioni di gioco (come anticipato) vengono già preparate in settimana. I calciatori azzurri – attraverso la visione di video specifici - conoscono in anticipo i punti deboli degli avversari e sanno dove andare a colpire.

È un Napoli psichedelico

Questo Napoli è figlio della tecnologia applicata alla scienza sportiva. Si fa fatica a non partire da questo aspetto. Molti si soffermano (giustamente) da ciò che vedono in campo e dal risultato di tabellino.

Ma sarebbe davvero superficiale se non si mettesse al primo posto di tutto questo straripante dominio il grandissimo valore portato da Luciano da Certaldo.

Questo è un Napoli psichedelico, che si sviluppa nella testa di un folle, ma che poi buca la mente di altri 25 uomini.

Dal lunedì al venerdì, nel laboratorio di Castelvolturno, viene sempre dedicata mezz’ora di psicocinetica. Allenamento mentale di giochi tra colori, numeri, operazioni matematiche mentali, vengono prima di uno scatto o di un esercizio.

Questo è un metodo di allenamento che ha realmente cambiato tutto il gruppo Napoli. Non che altre squadre, a questi livelli, non facciano una o due sedute a settimana di psicocinetica. Anzi.

Però c’è una differenza. Cruciale. Il mister basa il suo allenamento su questo. Non è un contorno.

È un onore poter raccontare le gesta di questo genio del calcio moderno, che ha reso il Napoli bello e spaventoso, come la musica di Pëtr Il'ič Čajkovskij, l'artista preferito di Sigmund Freud, che reputava il compositore russo talmente coinvolgente e visionario da credere che le sue opere fossero pericolose.