Si, senza dubbio: Roberto De Zerbi sarebbe il modello perfetto a cui far indossare il vestito Napoli. Perché, tra le altre cose splendidamente descritte da Spud, ritroverebbe Jack Raspadori e allenerebbe colui che reputa il trequartista tra i migliori in Europa: Jesper Lindstrom. Entrambi, ricordiamolo, sono stati pagati la bellezza di 65 milioni di euro solo di cartellino e sono loro malgrado i più grandi equivoci tattici degli ultimi anni.

Affidando le chiavi del prossimo triennio all'attuale allenatore del Brighton, il Napoli potrebbe concentrare le sue risorse economiche sui ruoli nevralgici di una squadra di calcio: centrocampo e difesa. Ridistribuendo così le priorità di costruzione della rosa e ripartendo gli investimenti in maniera omogenea e non solo sull'attaccante. O addirittura spostare l'acquisto della punta al prossimo anno, sempre che Raspadori non esploda definitivamente. Cosa che con il suo ex mentore potrebbe invece più facilmente avvenire. Soprattutto perché De Zerbi considera la punta dell'Italia un calciatore vero, forte, fatto e finito.

Il bresciano sarebbe un profilo che metterebbe d'accordo tutti: società, piazza e calciatori che restano. Fossimo nel Napoli, ci proveremmo seriamente. È più adatto rispetto ad un profilo alla Conte, per filosofia societaria.

Ma è un allenatore difficile da prendere. Perché allena in Premier League, è in orbita top club e sa benissimo che alla prima panchina libera si fionderanno su di lui. Ma De Zerbi è un uomo intelligente. Umile. Abile. Sa bene il rischio che corre a "saltare" direttamente nell'olimpo europeo. Conosce troppo bene questo sport da capire che, con una tappa intermedia di 3 o 4 anni (è giovane), ne beneficerebbe la sua esperienza e il suo valore.

Il Napoli vive costantemente un rischio di impresa molto più alto rispetto ai competitor e vedere vituperato un patrimonio tecnico sarebbe cosa grave ed ingiusta. Patrimonio che potrebbe rinascere proprio col recupero di suoi due pupilli. Con la geometria di Stanislav Lobotka, ad esempio, o con la potenza di Kvicha Kvaratskhelia. E con due centrocampisti molto forti su cui poter puntare più risorse.

Napoli e De Zerbi, ad occhio, sembrano fatti l'uno per l'altro. Molto più di tanti altri che sembrano più dettati da questo momento complicato. Il Napoli ha ragionato pochissime volte di pancia. E quando l'ha fatto ha giocato a fare il top club. Però sbagliando.

Quando ha ragionato senza paura nonostante le difficoltà (vedi le due mancate qualicazioni Champions con Gattuso con il covid di mezzo) ha sbaragliato la concorrenza ed è salito sul tetto d'Italia, facendo un mercato di cui ha parlato l'Europa intera. Ma quel mercato fu possibile con uno dei migliori allenatori di quel tipo di filosofia: Luciano Spalletti. Il Napoli rilanci, come a poker. Senza cambiare la propria natura. Che è la stessa da cui è emerso De Zerbi.

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