Il Napoli chiude il girone a 50 punti. In questo momento il Milan, che affronterà la Lazio martedì, è a 12 punti di distanza.

Quella di stasera è una vittoria mai in discussione, nonostante ambiente e interpretazione degli avversari che ci hanno provato pure a onorare il loro piano gara.

Per questa squadra, al momento, sono finiti gli aggettivi. Questo è un gruppo impossibile, che è alla continua ricerca di nuove evoluzioni tattiche e tecniche. Al momento non è stato scoperto l'antidoto. Una volta queste partite diventavano scomode. E gli azzurri ponevano il fianco all'ambiente. Oggi sembra giochino privi di ogni empatia. Una rivoluzione attitudinale che mai ci saremmo aspettati. Una omogeneità tecnica che rende ogni componente in grado di svolgere qualsiasi compito. Una vera e propria pornografia calcistica.

Il match

Dopo l'imbarcata presa a Bergamo, il mantra della Salernitana è uno e solo uno: non prenderle. Il Napoli si trova per l'ennesima volta al cospetto di una squadra che punta a silenziare il match chiudendosi negli ultimi 30 metri fino a stringersi a cappio nella propria aria di rigore.

Gli azzurri ormai ci hanno fatto il callo e per i primi 20 minuti palleggiano con i centrali sulla trequarti avversaria. Il match non decolla perché a parità di freschezza oltrepassare le linee dei granata è davvero difficile. Occorre uno spunto. Come quello di Lozano che sulla destra infila due avversari e crossa forte al centro per Osimhen, che al suo primo pallone giocato impensierisce Ochoa. Ma non troppo.

Passati i primi 25 minuti con percentuali imbarazzanti di possesso palla a favore del Napoli, la Salernitana mette la testa fuori area e su una transizione riesce miracolosamente a produrre il primo tiro in porta con Dia, che impegna Meret fin qui inoperoso.

Il centrocampo di Spalletti affoga nella densità degli uomini di Nicola. E allora Luciano prova a muovere qualche pedina. Di Lorenzo inizia le sue sortite sulla trequarti e in una di esse, con un tocco di prima, imbecca Victor che trafigge il portiere messicano sul suo palo. Tutto inutile, è fuorigioco. Millimetrico ma è fuorigioco.

La partita non scorre, complice anche una conduzione gara lineare, ma poco avvezza alla continuità del gioco. Chiffi sembra fare l'amore con il fischietto. Una propensione, questa, che contribuisce a rendere il match soporifero e tutt'altro che adrenalinico. Si arriva stancamente ai minuti di recupero. Due per la precisione. Il Napoli se li prende entrambi comodi. Continua il suo palleggio noncurante dell'avanzare del tempo e costruisce con calma olimpica l'azione più bella della prima fazione di gara. Un palleggio che porta Anguissa sulla sinistra, protegge palla, chiama l'uno due a Rui - simile a quello che lo portò in gol contro il Liverpool - guadagna il fondo e mette un rasoterra nel cuore dell'area che pesca la corrente Di Lorenzo. Palla sotto la traversa. Napoli in vantaggio. Si torna negli spogliatoi.

Inizia la seconda parte di gara. Così come era finita. Palleggio del Napoli che arriva sulla trequarti con calma e geometria, palla a Elmas al limite dell'area, tiro di interno: palo. Osimhen, gol. Il tredicesimo in questo campionato. Una sentenza.

La superiorità degli azzurri è imbarazzante. La Salernitana si sbatte, prova a tenere botta, ma niente, non esce dall'area. Il recupero palla partenopeo è impressionante. E la manovra diventa sempre più fluida grazie alla vera chiave del sistema di gioco di Spalletti: i terzini. Mario Rui e Di Lorenzo sono i due uomini in più. A sinistra il portoghese imposta, si accentra va al tiro. A destra il capitano fa le stesse cose di Rui oltre ad andare a chiudere l'azione con movimenti da seconda punta. Devastanti.

Un nuovo concept di gioco che andrà studiato e codificato. Una macchina perfetta che proprio Di Lorenzo decide di testare ulteriormente costruendo un vis a vis tra Piatek e Meret. Il polacco dai 16 metri tira a botta sicura, ma il numero uno azzurro risponde con l'ennesima prodezza stagionale. Una parata fantastica. Che regala al Napoli quindici minuti di gestione tranquilla e non accende le pulsioni granata.

Il derby non è mai esistito.