È tempo di calciomercato. Tutti sono alla ricerca del nome del dopo Kim, alla cifra che serve per strappare Osimhen e al suo probabile sostituito, il rinnovo di Kvara, l'esterno destro al posto di Lozano. Nomi su nomi che escono fuori come funghi. Prima asiatici, poi europei, alcuni americani. Tutti nell'attesa che i big provochino uno scossone in un momento in cui è l'Arabia il centro del mondo.

Mbappe. È questo il nome "bomba" che dovrebbe far esplodere gli equilibri. Se il fuoriclasse francese dovesse sposarsi col Real Madrid, allora ci saranno variabili impazzite che renderanno il mercato 2023 come il più interessante di sempre per quanto riguarda gli attaccanti. Dovesse restare a Parigi, cosa ad oggi probabile, allora è difficile che ci siano movimenti di punte importanti. A meno che qualche sceicco non offra cifre a tre zeri annui. Ma sarebbe un'altra storia, molto meno interessante.

Il Napoli si sta muovendo con calma, è in attesa degli eventi perché effettivamente deve fare poco. È la squadra da battere, fino a prova contraria sono gli altri che devono recuperare quasi 20 punti. Ed è francamente improbabile recuperarli, ad oggi, con Thuram e Weah, figli d'arte, ma lontani migliaia di chilometri dai loro padri. E pure dovesse cedere Kim e soprattutto Osimhen, si troverebbe con centinaia di milioni di euro da spendere.

Sarebbe una catastrofe... per gli altri. Quello che il Napoli non deve fare è eccedere negli ingaggi dei "panchinari", nei "sostituti dei titolari". Non è tenuto ad acquistare, ad esempio, un vice Lobotka della stessa forza dello slovacco o un vice Di Lorenzo straordinario quanto il terzino della Nazionale. Nessun club al mondo, tranne rarissimi casi, ha il panchinaro forte quanto il titolare. È un fattore che si pretende solo da queste parti.
Chi è il sostituto di Carvajal? O quello di Alexandre Arnold?

La riserva di Lewandowski ha la stessa media realizzativa del polacco? Il vice Salah è devastante come l'ex Roma? Chi è stata la riserva di Karim Benzema? E si potrebbero fare migliaia e migliaia di esempi. Quando ci sono due calciatori di egual valore per un solo ruolo, il rischio è quello che nessuno dei due dia il meglio di sé. Un pó come accaduto a Lozano e Politano quest'anno. 6 gol in due, di cui 3 su azione. Considerando costo dei cartellini e ingaggi, è stata una debacle. Certo, si potrebbe discutere tatticamente sul fatto che i due sono stati usati da Luciano Spalletti in fase di ripiegamento molto più di Kvara. Si potrebbe parlare del loro continuo sacrificio per far staccare Di Lorenzo come centrocampista aggiunto. Tutto vero, il loro lavoro è stato encomiabile. Ma al netto di tutto, resta la pochezza dei 3 gol su azione. Dato incontrovertibile ed assolutamente negativo.

Discorso diverso tra Mario Rui e Olivera. In questo caso è stato il portoghese il titolare, mentre l'uruguagio ha sfruttato le due giornate di squalifica di Rui per il rosso ad Empoli e l'infortunio di aprile in champions contro il Milan.
Similitudini anche a Torino, sponda Juventus, più precisamente la coesistenza tra Vlahovic e Milik. Al netto degli infortuni, l'ex fiorentina ha disputato un torneo disastroso, anche considerando il breve exploit dell'ex Napoli. Perché, checché se ne dica, Arkadiusz Milik è un signor giocatore e non è, oggi, inferiore a Dusan Vlahovic. Ben diverso da Raspadori e Simeone alle spalle di Osimhen. I due attaccanti di riserva sapevano benissimo che il nigeriano sarebbe stato l'indiscusso titolare del Napoli e che loro avrebbero dovuto essere bravi a sfruttare quelle poche briciole che il capocannoniere in carica avrebbe lasciato. E il risultato è stato eccellente, appunto.

Le domande sono lecite. Se il Napoli acquistasse un pari livello di Lobotka, magari con lo stesso ingaggio e relativo costo del cartellino medio alto, quale sarebbe il risultato? Oppure un vice Anguissa forte quanto il camerunense? Una riserva del capitano fortissimo? Vedendo i risultati recenti, non sarebbe per niente un bene.

Tutte le squadre "vincenti", quindi Napoli compreso, hanno un "11" titolare ben definito. Dall'Inter di Herrera al Real di Ancelotti. Dal Milan di Capello al City di Pep Guardiola. Esistono le 5 sostituzioni che permettono di cambiare mezza squadra in corso d'opera.
Il Napoli si concentri sui titolari da sostituire, qualora dovesse partire qualcuno. Prenda calciatori funzionali alle caratteristiche e alla mentalità della società. Ragazzi che sanno attendere il loro turno con umiltà e fame di dimostrare. Proprio come Raspadori, Elmas e Simeone. I Ndombele li lasci agli arabi. Del resto i nomi che si leggono la dicono lunga sulla scia che il Napoli vuole seguire. A ragione, senza dubbio.


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