Seguo il Napoli per passione ed ogni partita la vivo con patema d’animo e tensione, ma quando c’è la Juve entro in una dimensione completamente diversa e l’adrenalina è decisamente molto più alta.

È come porsi sul ciglio di un burrone con la paura di cadere. Resto salvo solo se il Napoli vince. E questa sera posso affermare che è andata nel migliore dei modi.

Si perché, al Maradona, si è appena concluso l’anticipo della 18esima giornata di serie A, il match tra Napoli e Juve. Il risultato finale non ammette repliche: 5 a 1.

Il triplice fischio di Daniele Doveri scioglie ogni dubbio a chi serbava ancora perplessità sul campionato, aggiudicando i tre punti al Napoli e inabissando ancora di più i bianconeri, che ora si trovano a -10 dalla capolista. La Juve interrompe così una serie di otto vittorie consecutive, seppur di misura ma senza subire reti, che li aveva portati stabilmente, di nuovo, ai vertici della classifica, nonostante le ultime vicende societarie che avrebbero potuto far saltar egli equilibri della squadra.

Al contempo, la gara del Maradona avvalla ancora di più le potenzialità di un progetto e di una squadra come il Napoli che, come regola di base, ha un unico obiettivo, quello di consolidare sempre di più un primato storico. E questa sera ci è pienamente riuscito.

La scelta di Luciano Spalletti di scendere in campo con un 4-3-3 è stata sufficiente per capire la voglia e determinazione di portarsi a casa il risultato, con Di Lorenzo sempre attento alle iniziative avversarie, un centrocampo tutto fisico con Anguissa, Lobotka e Zielinski, quest’ultimo decisivo in ogni suo intervento e Osimhen con Kvaratskhelia pronti a far centro con Politano nelle vesti di uomo assist.

Diversa invece la strategia di Massimiliano Allegri che esibisce la sua Juve con un 3-5-2, con la novità di Chiesa dal primo minuto di gioco dopo circa un anno e mezzo e  Di Maria con Milik in attacco pronti a rovinare la giornata ai partenopei.

0-0 palla al centro, si parte.

Si comincia subito con grande intensità e già al 14’ Osimhen, fa sentire il boato del Maradona con un gran gol di testa, dopo un primo tentativo di Kvara in mezza rovesciata. Ma non si fa attendere il georgiano che, su assist di Osimhen e un errore difensivo, mette a segno al 39’ la seconda rete per gli azzurri. Trascorrono soli tre minuti e la Juve accorcia le distanze con un bel tiro piazzato di Di Maria.

Il primo tempo evidenzia un netto predominio degli uomini dei padroni di casa, attento a sfruttare le ripartenze. Al contempo una Juve in crescita nel finale con un gioco ben consolidato e, a tratti, incisivo.

La ripresa si apre subito col botto. Calcio d’ angolo per il Napoli e Rahmani, con un tiro da fuori aria, porta gli azzurri sul 3 a 1.  Da questo momento non c’è più storia. Il Napoli domina lucidamente la partita e prima con Osimhen al 65’ e poi con Elmas al 72’ regala un sogno ai tifosi partenopei.

Una partita emozionante ed entusiasmante da ogni punto di vista, con il Napoli ritrovato nelle idee, nella sicurezza e determinazione; la sintesi di un coronamento di quattro mesi di intenso lavoro.

La Juve, invece, si è mostrata sempre più Di Maria dipendente, un giocatore galvanizzato dalla vittoria del mondiale e inappuntabile dal punto di vista tecnico e tattico. Contrariamente un Milik oggi sottotono e sterile alla causa.

Finisce 5 a 1 e a capolista se ne va.

A prescindere dal risultato e dagli eventi che hanno caratterizzato questa giornata, negli annuari del calcio, sono state trascritte altre pagine di storia, Si perché Napoli-Juve, gode di un fascino assoluto senza confronti, e non c’è evento che tenga. Appuntamento, quindi al 23 aprile, quando sarà l’Allianz Stadium ad ospitare gli azzurri per dare vita a nuove emozioni.


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