Monza-Napoli e Bologna-Inter: otto minuti che cambiano la stagione

La Gazzetta dello Sport si sofferma sull’ultimo turno di campionato che ha decretato l’aggancio del Napoli all’Inter.
Monza-Napoli: otto minuti che cambiano la vita
“Otto minuti: sarebbero (calcisticamente) un battito di ciglia, un dettaglio teoricamente marginale. Mentre invece, a scandirli, è il tempo necessario per passare dal tormento all’estasi. Si fa in fretta a dire: ho l’asso nella manica; perché al Napoli basta un Jack, lo cali e, ops, ti cambia la vita, mica solo l’orizzonte, improvvisamente avvolto dentro la scia da frecce tricolori. A Monza, in quel cupo pomeriggio d’un sabato santificato, c’è voluto un lampo, l’illuminazione che sta racchiusa in un cervello ricco d’intelligenza naturale e poi un pennellata d’autore, la palla quasi scucchiaiata, la parabola che va oltre la noia e s’adagia come un assist per lo 0-1. Giacomo Raspadori è fatto così, è un uomo con poche pretese, gli basta poter godere d’un attimo per coglierlo in punta di piede, e proprio quando pareva che il sogno stesse per andare in frantumi, o rischiasse di sbattere contro l’imprevedibilità del calcio, s’è alzato e se l’ha ricostruito. Al resto, raccontano le cronache, ha provveduto Riccardo Orsolini, perché le strade per lo scudetto sono addobbate di incroci che vanno affrontati con spericolata sfacciataggine.

Fuori dagli schemi: il Napoli ci proverà così
Il tridente non l'avrebbe considerato, càpita, e al minuto zero di Monza-Napoli, Raspadori si è riaccomodato in panchina. Ha osservato Spinazzola fungere da esterno alto, ha tenuto il sorriso stampato sul volto ed ha atteso, perché i bravi ragazzi non protestano, non s'immalinconiscono, non disperdono energia standosene pigri. La vita napoletana di Raspadori è uno splendido part-time da un bel po' e pura ora che Neres s'è accartocciato intorno al soleo e Kvara è finito a girellare al Parco dei Principi, gli è rimasto il piano-B: entra e pensaci tu, ribaltando il mondo. A Monza, l'assist per far venire all'Inter la tremarella; ma in precedenza, e in quelle settimane in cui la maglia da titolare era la sua, un graffio alla Lazio, uno (inutile) al Como e l'unghiata decisiva con la Fiorentina. Raspadori è il bomber “alternativo”, l'altra faccia “offensiva”, il palleggiatore che sa stare tra le linee, alle spalle di Lukaku, il rifinitore che Spalletti, nella cavalcata imperiosa di due anni fa, sfruttò in ampiezza e che elevò a salvatore della patria per fronteggiare l'assenza di Osimhen soprattutto in Champions: quattro gol in tre gare e due zampate in campionato, entrambe in finali diversi e però simili con Spezia (all'inizio del torneo) ea Torino con la Juventus (per mettere la terza candelina sulla torta). Contro Madame, si giocava il 23 aprile, guarda un po' le coincidenze, e fu quella sera che Napoli smise seriamente di essere scaramantica e s'attrezzò per la festa, poi celebrata il 4 maggio. Chiedetegli se sia felice, anche ora.