Aurelio De Laurentiis lo conosciamo, quando parla alla tv o sui giornali, non lascia mai nulla al caso e, in qualche modo, le sue modalità fanno sempre discutere. Sia in un senso che nell’altro. Innanzitutto viene ribadita alla domanda sulle cessioni la volontà di trattenere i prezzi pregiati, nonostante le molte richieste estere, in particolare queste le parole su Osimhen “Victor non è in vendita, il club è in salute, non abbiamo debiti”. Parole di facciata? Nessuno può dirlo con certezza, normale che un giocatore che oggi ha collezionato 16 gol in 16 presenze da titolare in campionato non può non essere attenzionato dai più grandi club al mondo, già l’estate scorsa lo Utd provò il colpo in casa Napoli per portare a Manchester l’attaccante nigeriano. Sull’argomento abbiamo raccolto anche le parole del giurista Guido Clemente di San Luca, intervenuto ai microfoni di Radio Marte: “De Laurentiis non ha cambiato di una virgola la sua gestione, e questo è apprezzabile, se arrivasse un’offerta per Osimhen a 150 mln e 10 mln di ingaggio al giocatore, chi potrebbe rifiutare? Secondo me De Laurentiis accetterebbe senza dubbi e per molti farebbe anche bene”.

Come detto in precedenza, già lo scorso mercato estivo ha presentato diversi estimatori del giocatore, se però il Napoli valutava l’attaccante circa 100 mln, oggi il valore non può essere inferiore a 140 mln. Non solo per le prestazioni eccellenti, ma anche per i prezzi spropositati che ormai ha raggiunto il mercato estero, soprattutto in Inghilterra, basti pensare al (quasi) miliardo speso dal Chelsea in appena un anno, gran parte di quei milioni destinati a giovani che ancora non hanno dimostrato quello fatto da Osimhen. Oltre l’aspetto economico, la stagione del nove azzurro può diventare da record, stando alle parole del Patron, sulla permanenza di Osimhen c’è la storia di un presidente che pur essendo sempre stato divisivo, nelle parole e nei fatti, non si è mai piegato alle offerte faraoniche per i suoi gioielli, basti pensare alle numerose offerte da 90 mln del City e del Chelsea rifiutate per Koulibaly, o agli 80 mln rifiutati per Allan anche a stagione in corso. Ovviamente tenendo conto di questi fattori va fatta una considerazione, Osimhen tra due anni andrà in scadenza, quindi oggi le strade sono due, rinnovarlo a cifre che oggi sembrano proibitive per la serie A, o lasciarlo andare a cifre importanti per non rischiare di andare a scadenza. La scelta sicuramente non sarà facile ed è presto per decisioni definitive, ma sicuramente tanto passa dai risultati e dalla stagione del Napoli.

Protocollo ADL

Altro argomento trattato da De Laurentiis e sicuramente tra quelli di maggiore importanza, riguarda il presente e il futuro della serie A, queste le sue parole: “Il problema è che i responsabili delle decisioni nel calcio provengono dalla vecchia generazione e non pensano ai giovani”. Il presidente prosegue parlando di un’idea di calcio più innovativa e dinamica, con tempi ridotti, più sostituzioni e una rivisitazione del regolamento, ma in particolare si sofferma sui diritti tv: “Dobbiamo anche ripensare ai diritti televisivi e non venderli più solo a due o tre grandi emittenti televisive. Noi club dobbiamo essere in grado di vendere i nostri giochi direttamente ai nostri fan, tramite Netflix, Paramount, DAZN, Sky, Apple, Discovery, Disney+ ecc. Tutti sarebbero fornitori dei nostri giochi e manterrebbero il 5% di ciò che i fan considerano una partita in diretta”. Il suo pensiero visionario non ci meraviglia, ma sappiamo che per raggiungere quel modello tanto stimato come la Premier bisogna cambiare inevitabilmente qualcosa, il primo passo è sicuramente riavvicinare i giovani allo sport, oggi nella top 3 delle piattaforme streaming troviamo Netflix al primo posto con 230.75 mln di iscritti, al secondo posto Amazon prime video, con 200 mln e al terzo posto Disney+ con 164.2 mln di iscritti. Preoccupante pensare che nessuna di esse detiene i diritti televisivi della serie A, infatti DAZN che oggi possiede la visione del nostro campionato è più distaccato con 100 mln di iscritti, ma con un trend in calo negli ultimi mesi e soprattutto un’età media superiore alle piattaforme citate precedentemente. Ovviamente la questione diritti tv non è una problematica riguardante solo i giovani, ma anche e soprattutto i compensi economici per i club. Prendiamo la Premier come modello, il campionato inglese ha chiuso un accordo da oltre 4 miliardi per la vendita delle proprie gare a quattro emittenti, Sky Sports, BT Sport, Amazon Prime Video e BBC, la differenza si basa innanzitutto sulla spartizione molto più ampia e, inoltre, sul valore: il rapporto è di 1:3 tra serie A e Premier. Infatti, gli incassi del nostro campionato sono di circa 1 miliardo, il triplo quello degli inglesi, l’aspetto che permette di racimolare somme considerevoli è la commercializzazione internazionale, quindi dare la possibilità a persone al di fuori del paese di vedere partite comodamente in streaming, in questo modo aumenterebbero gli incassi e diminuirebbe di conseguenza l’uso di pirateria anche in Italia. È giunto il momento che anche altre persone dell’importanza mediatica di De Laurentiis si espongano e che la lega calcio smetta di gigioneggiare ma che si pronunci con i fatti, per evitare un crollo economico e un distacco dei giovani dal calcio a cui si va sempre più incontro.