Archiviata la parentesi Genoa, il Napoli si appresta a fare il proprio debutto in Champions League. Trasferta in terra portoghese per gli azzurri che affronteranno il Braga, partita che, in caso di colpo esterno, potrebbe già indirizzare in modo favorevole le sorti del girone. Qualche dubbio di formazione per Garcia: il tecnico francese non si sbilancia sull'esordio di Natan, ballottaggio Rui-Olivera sulla sinistra. Ancora da decidere il terzo attaccante che affiancherà Osimhen e Kvaratskhelia.

Come gioca il Braga di Jorge

Il Braga dovrebbe scendere in campo con il 4-2-3-1. I portoghesi allenati da Jorge sono una squadra abbastanza offensiva e propositiva. La ricerca della costruzione dal basso è frequente, con uscite sviluppate attraverso i mediani o i terzini, con l'obiettivo di arrivare il più velocemente possibile a puntare la zona centrale della trequarti avversaria con calciatori tecnici e di gamba. Gli avanti del Braga, soprattutto gli esterni, sono molto mobili e cercano di non dare mai punti di riferimento. Fase di non possesso: in teoria, poi vedremo se il Braga terrà fede al proprio credo calcistico, la linea difensiva dovrebbe posizionarsi abbastanza in alto, con tanto campo lasciato alle spalle, quindi, da poter sfruttare con l’arma del gioco immediato e dell’attacco alla profondità con i velocisti azzurri. Osimhen in primis, ma anche i due esterni offensivi, in tal caso, dovranno essere bravi a scattare improvvisamente alle spalle dei terzini. Per questo motivo, il portiere di casa spesso si posiziona qualche metro più avanti, proprio per provare a salvare da ultimo uomo su un’eventuale ripartenza a campo aperto.

Davanti al portiere Matheus, difesa formata da Gomez, Fonte, Niakhate e Marin. La coppia di centrali sarà formata dal trentanovenne Fonte, calciatore esperto ma che sicuramente non eccelle in velocità, e dal mancino Niakhate, profilo giovane e dalla buona struttura fisica. Entrambi sono molto aggressivi sull’avversario nella rottura della linea anche in zone alte di campo. I terzini, in fase di costruzione, resteranno molto larghi, quasi sulla linea di metà campo. Sulla fascia destra agirà Gomez, profilo veloce ma poco fisico, mentre sulla sinistra spazio a Marin, calciatore diverso, più strutturato e di spinta. Proprio quest’ultimo, in fase di non possesso, è portato a stringere di molto la sua posizione in zona centrale, andando a compattare il quartetto difensivo e lasciando spazi libera sulla sua corsia (quella destra per il Napoli in fase di attacco). Gli azzurri potrebbero decidere di affondare molto su quel lato, sia in modo diretto che sfruttando l’arma del cambio di lato con Jesus o meglio ancora Natan. Davanti alla difesa spazio alla fisicità di Vitor Carvalho ed all’intelligenza, sia tattica che tecnica, di Andrè Horta. Il terzetto offensivo dietro la mobile prima punta Abel Ruiz dovrebbe essere formato da Ricardo Horta, Pizzi e Bruma, ma in corsa per una maglia da titolare c’è anche Alvaro Djalo, esterno/trequartista dotato di grande velocità. Come già spiegato, si tratta di calciatori che si scambiano posizione di continuo, preferendo attaccare maggiormente in zona centrale. Attenzione massima alle accelerazioni di Bruma, mentre a gara in corso potrebbe trovare spazio la prima punta fisica Simon Banza.

Per il Napoli lavori in corso al Konami Center

Rudi Garcia sta cercando di apportare delle modifiche sulle sedute di allenamento. Più lavoro incentrato sulla tattica. Prima di Napoli-Lazio, le esercitazioni tattiche venivano svolte una sola volta, il giorno prima della partita. Ma già dalla settimana pre-Genoa si è deciso di passare a due allenamenti dedicati. In merito alla gara in terra portoghese - e come scritto in precedenza - i biancorossi in fase di costruzione opteranno per l’uscita con i due mediani. Per questo motivo servirà un Napoli organizzato al massimo con gli uomini in fase di prima pressione, per evitare di concedere ripartenze a campo aperto come accaduto contro la Lazio. C’è da dire che Garcia ha già apportato una piccola novità tattica in merito nel match di sabato, e che non sarà sfuggita ai più attenti osservatori. In pratica si tratta di Zielinski non più dentro l’area di rigore insieme ad Osimhen

ma in marcatura su uno dei due mediani insieme ad Anguissa o Lobotka.

Questa soluzione, adottata anche da Spalletti lo scorso anno

permetterà di tenere un uomo più arretrato a difesa di quella zona centrale facilmente attaccabile una volta superata la prima linea di pressione. Maggiore protezione in mezzo, quindi, pure sulle seconde palle, senza dimenticare l’uscita alta in marcatura preventiva di uno dei due difensori sulla prima punta avversaria.