"C’è bisogno di soldi per costruire asili. Ci sono bambini abbandonati con genitori in carcere, che saranno carne da macello per la camorra".

È l’allarme di Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica di Napoli.

La quindicesima edizione del “Premio Ammaturo” - in memoria del capo della Squadra mobile ucciso dalle Brigate Rosse nel 1982 con l’agente di scorta Pasquale Paola - sta per chiudersi quando il capo dei pubblici ministeri napoletani chiede l’ultima parola alla giornalista che conduce, Anna Paola Merone, per lanciare quel grido, voce pacata nel museo Diocesano, col vescovo Battaglia in prima fila.

Sono 55 i poliziotti premiati per la risoluzione dei più efferati casi di cronaca nera degli ultimi anni: dall’omicidio del giovane musicista Giovanbattista Cutolo a quello di Gelsomina Verde.

"Sono libero da correnti e da incarichi, per questo mi posso permettere di disturbare il manovratore…", chiosa Gratteri.

E giù con una delle sue filippiche che scuotono la platea: "Non c’è più rossore, vergogna - dice il magistrato calabrese - nel farsi vedere al ristorante o sulla spiaggia, allo stesso tavolo professionisti, uomini delle istituzioni e camorristi. Le mafie servono al potere, altrimenti sarebbero finite come il terrorismo".

Nella città dove si spara in pieno giorno e diminuisce l’età di chi commette crimini, il prefetto Michele Di Bari si concede un anatema: "Nessuno può ritenersi escluso. Vediamo minori, anche sganciati da logiche criminali, che non hanno un orizzonte fisso di valori. Se noi diamo certezze anche agli adulti che assumono una responsabilità genitoriale, alle scuole, allora tanto più la qualità della vita migliora. Molti invocano un poliziotto in ogni strada ma è una ricetta di breve periodo. Dobbiamo invertire la logica culturale, andare alla base dell’insufficienza di valori a cui assistiamo".

Il questore Maurizio Agricola depone una corona di fiori in piazza Nicola Amore, dove avvenne l’agguato ad Ammaturo e a Paola, insieme ai familiari delle vittime.

"La polizia è impegnata nella prevenzione - dice Agricola - ma è chiaro che per affrontare certi fenomeni criminali devono essere tanti gli attori coinvolti: la scuola, la famiglia, lo sport, una serie di fattori comuni che si mettono insieme per raggiungere la legalità".

Poi Gratteri non risparmia una critica dura al sistema delle carceri in Italia: "Ormai è più comodo stare al 41 bis: hai il bagno, la stanza singola, ti puoi cucinare, una ora di socialità con altri 4 mafiosi di origine diversa. Nelle carceri non si riesce a tenere le celle chiuse, perché non ci sono agenti di polizia penitenziaria in numero sufficiente. Mi ero permesso di dire che abbiamo migliaia di detenuti giovani per tossicodipendenza e malati di mente. Basterebbe rapportarsi alle Asl per ricoverare i dipendenti dalla droga e utilizzare migliaia di ville confiscate alle mafie per trasformale in luoghi dove accogliere i malati di mente".

Al dibattito partecipa anche il docente di sociologia della Federico II Luciano Brancaccio.

I premi sono andati alla prima, terza e sesta sezione della Squadra mobile, al commissariato San Ferdinando e alla sezione indagine balistiche del gabinetto interregionale di Polizia scientifica per gli omicidi del giovane pizzaiolo Francesco Pio Maimone, del musicista Giovanbattista Cutolo, di Gelsomina Verde e dell’ingegnere Salvatore Coppola.