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Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando l'allora Presidente della UEFA, l'ex stella Michel Platini, introdusse il meccanismo del Fair Play Finanziario (FPF). Ci riferiamo, di preciso, ormai al 2011. Certo: parliamo di un meccanismo che sicuramente non ha risolto i problemi che colpiscono il calcio europeo circa la concorrenza sleale da parte di alcuni club, ma oggi è tutto quel che abbiamo per arginare determinate derive.

E, ad ogni modo, ormai resiste da circa quattordici anni – siamo giunti infatti alla sua quarta fase – e rappresenta senz'altro una delle novità più importanti degli ultimi decenni di football continentale. Ne parliamo, però, perché, stando a quanto riporta tra le sue colonne l'edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”, infatti, sarebbero in arrivo molto presto le sanzioni (tra febbraio e maggio, si ipotizza sulla “Rosa”). E cercheremo di capire se e cosa rischiano il Napoli e le altre squadre italiane.

FPF: come funziona il sistema e quali sono le sanzioni

In foto Aleksander Ceferin, presidente UEFA.

Le regole del FPF, dicevamo, non sono molto rigide e, naturalmente, non lo saranno nemmeno a partire dalla quarta fase. Sostanzialmente il nuovo programma è incentrato sui seguenti punti:

  • Contrasto ai debiti dei club, che devono essere necessariamente saldati entro 90 giorni
  • Contenimento dei deficit su base triennale, con un ammontare massimo che nel periodo può arrivare fino a 60 milioni
  • Previsione di un salary cap globale, dato che quello relativo agli stipendi non può essere previsto sulla base della normativa europea: ingaggi dei calciatori e commissioni di agenti e intermediari non possono superare il 70% dei ricavi
  • Sanzioni progressive, in modo da spingere i club al rispetto delle regole imposte dalla UEFA 

Vediamo, ora, qual è il quadro del Napoli e delle altre squadre italiane e vediamo tra queste chi rischia.

FPF, ecco la situazione del Napoli e delle altre squadre italiane

In merito alle sanzioni del FPF UEFA, lo chiariamo subito, non c'è una vera e propria situazione di allerta per le squadre italiane. Il Napoli, infatti, anche senza i proventi derivanti dalla qualificazione a una delle competizioni europee a causa del decimo posto della scorsa stagione, ha la solidità finanziaria giusta per non incorrere in situazioni di allerta.

Va da sé, anche Bologna, Fiorentina, Atalanta e Lazio non hanno problemi da questo punto di vista, grazie alla politica di gestione attenta dei propri bilanci. Il Milan, invece, prosegue nell'ambito dei paletti del settlement agreement stipulato durante la gestione Elliott e, dalla prossima stagione, il gruppo RedBird potrà iniziare a spendere qualcosa in più sul mercato. Avrà meno vincoli anche l'Inter, con il fondo Oaktree che ha fornito più garanzie rispetto a Zhang.

Non è per niente facile, invece, il quadro di Juventus e Roma: i bianconeri, infatti, hanno difficoltà a muoversi per raggiungere il pareggio di bilancio, ma possono contare sul sostegno del gruppo Exor che già durante l'estate passata gli ha consentito di muoversi in modo da sperare di poter raggiungere un nuovo settlement agreement. Per i giallorossi, invece, la situazione è critica: con 600 milioni di debito e 81 milioni di deficit in quest'annata, incombe seriamente il rischio di un'esclusione automatica dalle competizioni UEFA per la stagione 2026-27.


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