Dopo la deludente sconfitta in casa contro il Milan, per il Napoli è in arrivo la sfida al Lecce al Via del Mare, gli azzurri sono chiamati a reagire per continuare ad avere un vantaggio confortante sul secondo posto, ma soprattutto per accumulare fiducia in vista di uno degli appuntamenti più importanti della storia del Napoli, la sfida di Champions League proprio ai rossoneri.

Il Lecce invece dopo una buona partenza in campionato, fatica a trovare risultati nell’ultimo periodo, sono cinque infatti le sconfitte consecutive senza segnare, la zona salvezza per ora non è in discussione ma i giallorossi vorranno invertire il trend, e non può esserci occasione migliore se non con una big del nostro campionato, infatti i pugliesi hanno totalizzato ad oggi 12 punti contro le prime 7, fermando tra le altre proprio il Napoli nella gara d’andata (1-1), andiamo ad analizzare proprio questo match, e soprattutto gli aspetti che misero in difficoltà gli avversari.

All’andata l’eccessivo turnover e la fretta di chiudere il match, dato probabilmente dal periodo importante che stava arrivando (Lazio e Liverpool), furono fatali e costarono 2 punti agli azzurri, anche in questo caso la sfida al Lecce coincide con la vigilia di un match importante, vietato quindi distrarsi soprattutto contro un Lecce in crisi di risultati.

La partita dell’andata fu sotto il punto di vista delle occasioni a senso unico, i padroni di casa conclusero 19 volte verso la porta, crearono il doppio delle occasioni (14) e riuscirono a trovare 13 passaggi chiave, anche sotto il punto di vista del possesso ci fu un dominio territoriale, 71% il possesso palla del Napoli (29% del Lecce), 569 i passaggi riusciti degli azzurri (87%), 194 per gli ospiti (73%), al netto di questi dati che appaiono nettamente superiori in favore della squadra di Spalletti, viene da chiedersi come il dato sugli xG sia così simile tra le due formazioni (1.77/1.07). 

La chiave tattica del match è stata la distribuzione dei passaggi e gli spazi occupati dai giocatori del Napoli, il Lecce dopo il pareggio arrivato da una disattenzione di Kim ha abbassato il proprio baricentro, dai 52m ai 40m del secondo tempo, una squadra così bassa richiede dagli avversari uno sforzo sull’uno contro uno e grande precisione nella verticalizzazione, il Napoli in tal senso non è riuscito a trovare varchi nella difesa avversaria, il più dei passaggi infatti sono arrivati nella propria metà campo e in orizzontale non creando grossi pericoli, da qui la differenza tra le azioni manovrate (62.70%) e in transizione (54.50%). Complice l’assenza di Kvaratskhelia, giocatore che ha finora capitalizzato 2 dribbling di media, al suo posto Elmas, giocatore importante che però sulla sinistra perde tutta la sua pericolosità, troppo isolato e per caratteristiche in difficoltà a difesa schierata nel saltare l’uomo, a pesare soprattutto però, fu l’assenza di Lobotka, lo slovacco è il punto di riferimento quando si tratta di smistare palla e aprire linee di gioco, la sua presenza poi diventa fondamentale quando si fatica a trovare profondità. I dati più significativi che testimoniano quanto detto finora riguardano innanzitutto i palloni toccati dai due centrali, sintomo di possesso concentrato soprattutto in zona arretrata, soprattutto nel secondo tempo, 240 i passaggi divisi equamente tra Kim e Ostigard, i due giocatori più coinvolti nella manovra, inoltre i due centrali chiusero il match con la più alta percentuale di disponibilità al passaggio (87%). La partita infatti è cambiata negli ultimi minuti, quando con Lobotka in campo il dato sull’indice di verticalità è andato a migliorare (4.09) e i passaggi sulla trequarti dello slovacco (14) hanno creato pericoli alla difesa del Lecce, troppo tardi però per trovare il vantaggio, anche grazie alla fisicità dei centrocampisti (Hjulmand su tutti) messa in area di rigore per difendere il risultato.

Al ritorno ci si aspetta una partita sporca in un ambiente non facile, la voglia e la disperazione di fare punti dei padroni di casa potrebbero giocare un ruolo importante, soprattutto se abbinato al talento offensivo degli esterni (Strefezza in particolare) e la copertura data da Hjulmand, per il Napoli sarà importante approcciare bene sin da subito la gara, per impedire al Lecce di abbassarsi e chiudere gli spazi, con l’assenza di Osimhen e la (probabile) presenza di Raspadori dal primo minuto bisognerà sopperire alla mancanza di fisicità (contro i centrali avversari) con il palleggio veloce e la ricerca di profondità sugli esterni, questa volta, con Lobotka in campo.