Conte ha già dimenticato Kvaratskhelia: il suo Napoli vola
Dalla vicenda Kvaratskhelia - Psg, il Napoli di Conte ne esce ancora più forte. Club e allenatore sono più che mai compatti. Il futuro è azzurro.

Nella conferenza stampa pre Napoli-Verona, Antonio Conte ha espresso chiaramente la sua delusione riguardo alla richiesta di cessione di Kvaraskhelia, che ha chiesto di partire a gennaio per un trasferimento al PSG.
Dalla voce e dalle parole del tecnico salentino, traspare amarezza per questa vicenda. Parliamo di aspetti personali più che calcistici. Conte è un tecnico passionale e viscerale, vive il calcio in maniera diretta 24 ore al giorno, quindi nel suo inconscio ha vissuto questa vicenda come una propria sconfitta, per non essere riuscito magari a convincere il calciatore in questi mesi a sposare la bontà del progetto Napoli anche in chiave futura. Soprattutto dopo il duro lavoro fatto in estate, quando l'intenzione del georgiano di andare via era già evidente.
Il Napoli di Conte e Kvaratskhelia: un epilogo annunciato

Conte decise di toglierlo dal mercato, motivandolo ed includendolo come uno degli elementi chiave del nuovo corso partenopeo, cercando di rafforzare il legame tra il calciatore e il club. Il passaggio che il tecnico ha sottolineato più volte nella conferenza stampa appare cruciale, perché segna un netto cambiamento nella gestione della vicenda. Se in estate aveva assunto un ruolo attivo nel cercare di bloccare la cessione del giocatore, ora si limita ad un'influenza indiretta, determinando certamente sulle scelte di campo, ma lasciando che le parti coinvolte (il calciatore, il suo entourage ed il club) risolvano la questione autonomamente.
Nessun veto stavolta, nessuna richiesta al club di bloccare la cessione. Per Conte la questione è chiusa; il tecnico guarda già oltre, tuttavia fa bene a precisare in maniera pubblica che se magari Napoli e PSG non dovessero accordarsi per la cessione, con conseguente permanenza del calciatore, non sarebbe una situazione nata da una sua volontà, come accaduto invece in estate.
Conte è un uomo diretto e spontaneo, vive il rapporto con i suoi calciatori in maniera totalitaria, ma se vengono a mancare elementi come rispetto e riconoscenza si volta immediatamente pagina. Nessun giocatore, indipendentemente dal suo livello di talento o fama, deve essere privilegiato rispetto agli altri.
Dopo la vicenda Kvaratskhelia, il rapporto tra De Laurentiis e Conte è sempre più solido

La sua gestione si fonda su principi di disciplina, lavoro di squadra e meritocrazia. Per Conte, tutti i membri della squadra devono essere trattati in modo equo, con il gruppo che viene sempre messo al primo posto rispetto agli interessi individuali. Questo approccio aiuta a mantenere la motivazione e la coesione tra i giocatori, riducendo potenziali conflitti e favorendo l'unità all'interno del gruppo.
Conte sembra aver adottato un approccio pragmatico ed orientato al futuro, focalizzandosi su quello che potrebbe essere vantaggioso per la crescita ed il rafforzamento della squadra. La sua attenzione si sposta verso le opportunità di mercato e la possibilità di potenziare la rosa con risorse significative, frutto di cessioni strategiche (Kvara + Osimhen) e ricavi derivanti dalla più che probabile qualificazione alla prossima Champions League.
Questo approccio indica anche la sua fiducia nella gestione societaria, che ha già fatto importanti investimenti in estate e potrà continuare a farli in futuro per raggiungere gli obiettivi di crescita. In definitiva, Conte non pone veti, neanche per cessioni importanti, ma in un dialogo costante e del tutto sereno, chiede alla società di muoversi in modo chirurgico sul mercato per rafforzare ulteriormente il gruppo sia nell'immediato che, soprattutto, nel futuro.