(Napoli da vivere)
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Il caso Christian Raimo fa, giustamente, discutere tanto per i caratteri della sanzione che gli è stata inflitta, sospendendolo dall'incarico di docente scolastico per le critiche al Ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. La maggioranza di governo e l'ufficio regionale del Lazio ritengono che quelle pronunciate dall'intellettuale romano siano parole disonorevoli e offensive.

Non sono di questo avviso, però, tantissime voci del mondo della cultura che parlano di una punizione “politica”. In sua difesa, con toni di netta e severa denuncia, si leva anche il Dipartimento di Studi Umanistici della Federico II, che rilascia il seguente comunicato: “I docenti e le docenti del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” esprimono la loro piena solidarietà nei confronti del collega prof. Christian Raimo, docente presso l’Istituto Pacinotti-Archimede di Roma, sottoposto dall’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio a una sanzione disciplinare che prevede una sospensione di tre mesi dagli incarichi didattici e la decurtazione per quello stesso periodo della sua retribuzione da insegnante”.

Caso Raimo, la Federico II: “Nelle sue parole c'è solo legittima critica politica”

Prosegue dei docenti e delle docenti della Federico II entrando nel merito della questione: “Dal momento che negli interventi pubblici del prof. Raimo non si rilevano affermazioni oltraggiose dell’onorabilità della pubblica amministrazione, ma un lecito giudizio critico sulla linea politica di un rappresentante di governo, le accuse mosse dall’USR Lazio destano preoccupazione per il loro carattere pretestuoso, e perciò intimidatorio nei confronti di tutto il personale della pubblica istruzione, nonché lesivo della facoltà di ogni individuo – compresi i dipendenti pubblici, mentre non sono nell’esercizio delle proprie funzioni – di manifestare liberamente la propria opinione ed eventualmente il proprio dissenso nei confronti delle scelte politiche di chi ricopre incarichi governativi”.

Conclude la nota: “I docenti e le docenti del Dipartimento di Studi Umanistici rivendicano, in quanto dipendenti pubblici, la propria libertà di espressione, garantita dalla Costituzione della Repubblica italiana a ogni cittadino, e auspicano un confronto urgente presso tutto il personale dell’istruzione pubblica sul tema del diritto di critica, che provvedimenti disciplinari come quello comminato al prof. Raimo rischiano di minacciare”.


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