Il Napoli ormai fa ovunque notizia, attraverso le pagine dei giornali, attraverso i salotti dei programmi sportivi, attraverso le immagini e video riportati sui social; insomma, tra una partita di Champions e di campionato, non si parla di altro, e vivere in una città che non è la tua ti consente il privilegio di avere una doppia visione della realtà. La prima è quella immaginaria, dove vengono percepite le sensazioni di un popolo, del tuo popolo, piacevolmente travolto dagli entusiasmi per i prossimi eventi enunciati storici, la seconda, invece, beh... ve la racconto da emigrante.

Nei recentissimi giorni trascorsi mi sono trovato, dopo anni, a passeggiare per le strade della mia Napoli e la consapevolezza di questo popolo, ricco di colori e fantasia, sempre di più padroneggia nella mia mente. Se sei triste, basta fare due passi a piedi per sentirsi come rinascere. Si, perché tra i quartieri ho ascoltato il battito pulsante della città e, parallelamente a questa arteria principale, si percepisce lo stupore del turista o di colui che, per caso o per curiosità, cerca il grido irregolare del tifoso tra le piazze, magari con una bandiera, un tamburello o con la sciarpa con su inciso già il tricolore; che follia si direbbe. Invece no, perché a Napoli tutto è spontaneamente naturale e, al contempo, innaturale. Il motivo non lo so, cerco di trovarlo tra le piazze e nelle strade che semplicemente hanno tanto da insegnare, insegnano a crescere, a soffrire, insegnano ad amare e a capire quali sono le cose giuste e quali sbagliate, insegnano ad essere solidali, l’uno con l’altro, anche se i colori non sposano quelli tuoi, perché tutto finisce tra una simpatica derisione, uno sfottò e un abbraccio. Napoli è tradizione, e l'ho vissuta anche nel sapore di una pizza margherita che, con gaiezza, ho riportato a casa il suo profumo inconfondibile. Chi nasce a Napoli, proprio come me, ritengo sia una persona fortunata e, seppur banale a dirlo, non la cambierei con nessun’altra città al mondo.

Ero tra le strade di Forcella, il cuore pulsante di questa realtà, pieno di storia, cultura e tradizione, ma nelle sue piccole sfaccettature riesce sempre a farti sentire al sicuro, protetto, anche quando balordi e antisportivi criminali tedeschi cercano di intimorirti con vandalismi impropri.

Stante ai fatti e tralasciando approfondimenti antisportivi, a Napoli è partito il countdown verso lo scudetto. A +20 su chi si alterna dietro, prima Inter, ora Lazio, a 11 giornate dalla fine e quarti di Champions da giocare, il tifoso azzurro ha salutato la scaramanzia e si è proiettato verso il doppio sogno, perché noi a Napoli abbiamo un privilegio, quello di credere nei miracoli e quest’anno, qualcuno da lassù, credo veramente che un miracolo ce lo stia facendo.