Venezia-Napoli, le pagelle: Napoli impantanato in laguna

Si è conclusa Venezia-Napoli, partita valevole per la ventinovesima giornata della Serie A 2024-2025. Gli azzurri hanno pareggiato 0-0 non senza rimpianti.
Venezia-Napoli, i voti degli azzurri

Di seguito i voti degli azzurri scesi in campo durante Venezia-Napoli
Meret: 6. Si dimostra insicuro nelle uscite e titubante nei rinvii, ma la porta resta inviolata per la prima volta da tempo immemore, con l'unico lato positivo di una prestazione deprimente.
Rrahmani: 6,5. L'ultima in trasferta l'aveva indirizzata lui: da 30 metri, nella sua porta. Decide quindi di mettere a tacere le malelingue con un salvataggio sulla linea manifesto della sua intelligenza calcistica. Nonostante qualche imprecisione, fondamentale. (Dal 76' Juan Jesus: 6).
Buongiorno: 6,5. Pulito negli anticipi, non riesce a dare la scossa come fece ad Empoli. Tra i pochi azzurri ad essere effettivamente in gara mentalmente.
Di Lorenzo: 5. Dare giudizi affrettati non è giornalismo, sono chiacchiere da bar. Ma la sua condizione fisica, come lo scorso anno, fa pensare ad un giocatore ormai scarico per giocare a calcio ad una certa intensità.
Spinazzola: 6,5. In una gara in cui toccava prendersi delle responsabilità, è l'unico a saltare l'uomo. I suoi cross sono un pericolo costante per la difesa dei lagunari. (Dal 76' Olivera: 6).
Gilmour: 6. Non traccia le verticali virtuose delle passate due gare, ma la sua regia non manca della solita pulizia. Forse aveva abituato troppo bene. (Dal 76' Anguissa: 5,5).
Lobotka: 5,5. Niente, proprio non torna ad essere la variabile determinante quando il pallone pesa. Il suo calo ha fatto malissimo alla squadra nel girone di ritorno.
McTominay: 6,5. Ci prova più di tutti, sino a quando viene tradito proprio dalla stanchezza con una palla imprecisa servita a Politano. Ben due gli interventi fuori dal comune con cui Radu gli nega il gol.
Politano: 5. Il continuo e ripetitivo encomio della sua fase di non possesso viene interrotto da una riflessione esistenziale: un giocatore che in origine faceva l'ala qualche scelta corretta con la palla tra i piedi potrebbe anche prenderla.
Lukaku: 5,5. Aveva anche trovato l'incornata vincente, che avrebbe magari mascherato alcuni dei suoi più sciatti passaggi da quando indossa la maglia azzurra. Ora però si buscherà, come accade da inizio anno, critiche doppie: per lui e per il suo allenatore, dirette da una piazza isterica. (Dall'87' Simeone: 5).
Raspadori: 6,5. Faro offensivo degli azzurri, colpisce subito il palo interno che avrebbe cambiato la gara. Via d'uscita dalla pressione avversaria, unico tiratore capace di divincolarsi. Ennesima buona prestazione. (Dal 76' Okafor: 6).
Conte: 5. Non esistono partite facili e non è una frase fatta, anche perché se scheggi il palo interno e al 45' non sei avanti perché il portiere ospite indossa il mantello tocca trovare nuove soluzioni. Ed è proprio quando tocca trovare soluzioni che viene incredibilmente meno il condottiero azzurro. Confusionario, ignora il suo staff e nel bim bum bam fatto per sceglierne uno tra Ngonge e Simeone sceglie il secondo che manda malamente in orbita l'occasione dello 0-1. Una squadra è lo specchio del suo allenatore e questa volta, nel secondo tempo, gli azzurri sono crollati. Due settimane per rifocillarsi, qualunque sarà la classifica. Due settimane per crederci.
Venezia-Napoli, i voti dei lagunari

Di seguito i voti dei lagunari.
Radu: 7,5. Per anni ha pagato l'errore che costò lo Scudetto all'Inter nel 2022, nonostante annate più che positive in precedenza. Si dimostra portiere affidabile, dotato di grandi riflessi.
Candé: 7. Pescato in piena emergenza dal campionato svizzero, ci ha messo ben poco a rivelarsi utile alla causa arancioneroverde e non disdegna alcun duello fisico, senza mai sfigurare.
Idzes: 7. Tra i migliori difensori della Serie A per rendimento, compie l'ennesimo piccolo capolavoro annichilendo le velleità offensive del parco attaccanti del Napoli. Tre gol subiti in sei sfide tra Inter, Atalanta e Napoli.
Schingtienne: 6,5. Il meno appariscente dei tre centrali e forse anche il più impegnato, compensa con una certa disciplina tattica le lacune. Perfetto simbolo della preparazione del suo allenatore.
Zerbin: 6,5. Lasciato più di una volta solo dai suoi ex compagni, sceglie di affrontare a viso aperto il suo passato. Si prende il lusso di far tunnel a Buongiorno e di mettere in mezzo più di qualche palla insidiosa.
Nicolussi Caviglia: 6,5. Intelligenza calcistica rara, mai una cattiva gestione, mai una lettura sbagliata. Lascia a desiderare quando si concede l'onere della conclusione da fuori, ma nella sua stagione positiva questa è una novità.
Perez: 6,5. Interessante è dire poco: dai suoi piedi nasce anche la più grande occasione della partita, con uno stop d'esterno morbidissimo. Regia mobile, a tutto campo, per trascinare i suoi verso una salvezza insperata. (Dall'87' Busio: SV).
Duncan: 6. Qualche calcione, una buona capacità di gestione del pallone e la solita quantità gli garantiscono la sufficienza in pagella. (Dal 70' Doumbia: 6).
Ellertsson: 6,5. Con la sua fisicità mette a dura prova un logorato Di Lorenzo, dando luogo a situazioni di gioco interessanti. Domina quel lato del campo ed esce stremato, da soldato dai piedi buoni che talvolta si ritrova anche tra le linee. (Dall'87' Haps: SV).
Fila: 6. È stato la risposta esotica ad uno dei più grandi problemi creati dal mercato invernale: il Venezia, in piena lotta salvezza, si è ritrovato senza il suo centravanti. Classe 2004, ex Slavia Praga, qualche spunto interessante. Ma non ha di certo il peso di Pohjanpalo. (Dal 70' Gytkjaer: 6).
Maric: 6. Meno di 45' prima di fermarsi per infortunio, costretto ad una lotta con tre titani non sfigura. Buona l'intesa col suo giovane compagno di reparto. (Dal 38' Oristanio: 6).
Di Francesco: 8. La sorte ha più d'un debito con lui ed è ammirevole che la dirigenza lagunare sia andata oltre l'effimera prova del risultato, dandogli una chance per provare l'ennesima impresa in Serie A. Non vince da tre mesi, ma strappa punti qua e là mostrando una preparazione invidiabile e una mentalità che prova a spingersi oltre i limiti naturali della sua squadra. Difficile vincere se non hai nessuno che la butta dentro. Ma la Serie A necessita di squadre rognose e identitarie come questo Venezia. Difficile non augurargli il miracolo, umanamente parlando.