Napoli, Cosenza e Palermo. Le proteste per l'abolizione del Reddito di Cittadinanza si allarga in tutto il Sud Italia in vista della prossima legge di bilancio. Al grido di “lavoro, reddito e dignità” gli ex percettori della misura di assistenza introdotta dal governo Conte I chiedono alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni politiche attive di inserimento al lavoro che non colpiscano bruscamente, però, le condizioni economiche e sociali delle famiglie che hanno sin qui beneficiato del Reddito.

Ad avere scatenato la rabbia è stato infatti l’SMS da parte dell’INPS che, a partire da fine luglio, ha sospeso la misura per oltre 170mila nuclei familiari e si stima che ad altri 41mila sarà sospeso da settembre a dicembre. Di questi, inoltre, circa 26mila sono localizzati a Napoli, 1000 a Cosenza e 2130 a Palermo. E, non a caso, proprio nel capoluogo partenopeo si sono registrati i disordini principali: circa 400 manifestanti, radunatisi in piazza Garibaldi, hanno forzato il cordone della polizia e hanno provato ad entrare in autostrada, mentre a Cosenza la protesta si è concentrata sotto la sede dell’INPS. Infine, nel capoluogo siciliano, il corteo si è riunito in piazza Vittorio Veneto sotto le bandiere dell'associazione “Basta Volerlo”.

Dal canto suo, il governo Meloni assicura che la sospensione del RdC nei confronti dei percettori occupabili sarà tamponata dal programma Supporto per la formazione e il lavoro (Sfl) e dal Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (Siisl), che nelle intenzioni dell’esecutivo dovranno favorire le politiche attive per il lavoro.