header logo
De Laurentiis Conte
De Laurentiis Conte

C’è una spiegazione a tutto. Ma non sempre è visibile a occhio nudo. Serve un approccio lucido per mettere insieme tutti i pezzi. Soprattutto per collocare lo start degli eventi dove va collocato, senza spostarlo a convenienza.

Il presupposto è che il campionato del Napoli è in linea con il trend della gestione De Laurentiis. Il decimo posto dello scorso anno è solamente uno strumento per manipolare le aspettative degli osservatori meno attenti e più maliziosi.

La scelta di rincorrere Lukaku fino al 29 agosto e assicurarsi le sue prestazioni sportive per tre anni a 10 milioni lordi a stagione è il simbolo di un progetto fondato sulla paura.

Come pavida è stata la rinuncia a cedere Kvaratskhelia in estate. Una strategia conservativa che ha portato il club a perdere quattro decine di milioni in pochi mesi e un calciatore difficilmente sostituibile in una finestra di mercato stretta, in piena corsa scudetto.

Conte è stato un manager populista e conservatore

Antonio Conte in panchina ai tempi dell'Inter
Antonio Conte in panchina ai tempi dell'Inter

Fin qui, Conte è stato un manager populista e conservatore. Uno di quelli che parla alla pancia dei tifosi. Nel post partita rovente di Como Napoli dichiara: “Abbiamo recuperato 40 punti all'Inter”. Parole che suonano come il manifesto di un percorso che si fonda sul non prenderle. Proprio come il Napoli di inizio stagione, dipinto precocemente come risultatista (era solo fragilità tattica) dai normalizzatori di uno sport bellissimo perché complesso e in costante evoluzione.

Di rivoluzionario c’è poco o niente nella sua gestione. Sia in campo che fuori. De Laurentiis sta provando a tenere insieme i pezzi di una stagione che da un momento all’altro può diventare balorda. Il tweet nel post partita è stato commovente per quanto disperato e ha le stesse vibes del famoso “Bravi tutti” dopo Bologna Napoli dello scorso campionato.

Incontro De Laurentiis - Conte: le richieste del Napoli

Conte e De Laurentiis
Conte e De Laurentiis

A breve ci sarà un incontro tra dirigenza e allenatore. Sul tavolo la programmazine del prossimo anno. I pianeti al momento non sembrano del tutto allineati.

Il punto di vista di chi racconta le cose del Napoli è come al solito limitato, perché ci si ostina a interrogarsi sulle volontà del solo Conte. Dall'altro lato, però, c'è il club. E le cose devono stare bene a tutti. Soprattutto a chi paga fior di milioni, non solo a Conte che li riceve. 

Il bene del Napoli viene prima del bene di Antonio. Anche perché dal punto di vista manageriale, ci sono stati parecchi passi falsi in questi primi sei mesi. Non ultimo, una gestione della rosa più volta ad accorciarla che a darle profondità.

L'obiettivo della dirigenza è quello di integrare il mister nel progetto e non viceversa. Le eccezioni sono state fatte la scorsa estate. Non se ne faranno più.

Per Giovanni Manna è molto complicato lavorare senza margini d'errore, sopattutto se le richieste del tecnico non prevedono piani B. Uno stress test costante al quale il Napoli vuole anche sottoporsi, ma non ciecamente, rischiando poi di diventare capro espiatorio quando le cose non riescono.

Sarebbe carino iniziare una stagione sulla panchina di un club in pole position

Il club sospetta che il primo a non vedere Napoli come meta d'arrivo sia proprio lo stesso Conte. Non conosciamo le clausole del triennale che lega il leccese agli azzurri, ma non sarebbe fuori dal mondo credere che ce ne sia qualcuna che rappresenti una via d'uscita anticipata.

Al momento non basterà la sola qualificazione Champions a giustificare l'enorme investimento del club. Ci vorrà ancora qualche stagione per rendere virtuosa l'era Conte

Qualora il tecnico andasse via prima, però, sarebbe un vero e proprio colpo alla stabilità del club che si ritroverebbe con una rosa dall'età media alta e un Lukaku da 10 mln lordi sul groppone per altri due anni.

A quel punto, ne sarà valsa la pena?


💬 Commenti