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Ciro Santoriello, ex pm a capo dell’Inchiesta Prisma
Ciro Santoriello, ex pm a capo dell’Inchiesta Prisma

Nel mondo del calcio italiano, c’è una domanda che ciclicamente ritorna ogni volta che un'inchiesta coinvolge una società: ma il pubblico ministero che segue il caso, per quale squadra tifa?

Questa domanda, che per molti dovrebbe essere totalmente irrilevante, è diventata centrale nell'operazione Prisma, quella che ha portato alla penalizzazione della Juventus per il caso plusvalenze e manovra stipendi. All'epoca, una parte del tifo bianconero gridava allo scandalo perché Ciro Santoriello, uno dei PM dell'inchiesta, in passato aveva espresso pubblicamente la sua fede calcistica per il Napoli.

Ora, con la richiesta di rinvio a giudizio per Aurelio De Laurentiis e Andrea Chiavelli, i magistrati coinvolti nell’indagine sono Lorenzo Del Giudice e Giorgio Orano. E la domanda sorge spontanea: ma loro per chi tifano?

Un problema solo juventino e della stampa di regime

Ovviamente, lo precisiamo subito: non ci interessa affatto. Potrebbero tifare Napoli, Inter, Milan o persino il Como, ma la questione resta irrilevante. Se ci sono elementi per andare a processo, è giusto che la giustizia faccia il suo corso, e che chi sbaglia paghi, indipendentemente dai colori di sciarpa che un magistrato indossa nel tempo libero.

Ed è proprio qui la differenza sostanziale tra il mondo juventino e il resto del calcio italiano. Quando la Juventus fu travolta dall'inchiesta Prisma, con oltre 20.000 pagine di atti, intercettazioni e documenti finanziari, per molti tifosi bianconeri l’unico problema sembrava essere che il PM Santoriello fosse simpatizzante del Napoli.

Addirittura ci furono speciali trasmissioni per parlare della fede calcistica di Santoriello. A Striscia la Notizia gli portarono anche un Tapiro d’Oro gigante, con uno Staffelli assolutamente divertito. Insomma, ci fu una vera e propria interrogazione nazionale. Un clamore assurdo che portò addirittura il PM a dovere abbandonare il caso (e, ciononostante, adesso tutti i responsabili sono sotto processo. Ma non era un’operazione fatta ad arte solo perché fosse tifoso?).

Nessuno che dicesse: “Ok, forse falsificare i bilanci non è proprio il massimo”. No, il tema era solo ed esclusivamente la fede calcistica del magistrato.

Nel caso del Napoli, invece, il tema è uno solo: se c’è stato un illecito, giusto che venga punito. Se De Laurentiis ha fatto qualcosa di sbagliato, risponderà nelle sedi opportune. Punto.

La giustizia non ha colori

Alla fine dei conti, la domanda "per chi tifano i PM?" è irrilevante per chiunque creda nello sport e nella giustizia. L'unica cosa che conta sono i fatti e le prove.

Nel caso del Napoli, la reazione è stata diametralmente opposta. Nessun tifoso si è messo a cercare su Google se Del Giudice e Orano abbiano mai indossato una sciarpa sugli spalti. Nessuno ha gridato al complotto o all’accanimento giudiziario.

Il concetto è semplice e condiviso: se De Laurentiis ha sbagliato, è giusto che paghi. Fine della storia.

E forse, in questa enorme differenza di atteggiamento, si capisce molto di più sulla cultura sportiva di certe tifoserie rispetto a mille sentenze.


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