Il Napoli è tornato a vincere in casa in campionato dopo quasi tre mesi. Kvaratskhelia è tornato al gol dopo tre settimane e dopo 2-3 partite sottotono. Il Napoli è momentaneamente tornato in zona Champions. Tutto ciò sembra il manifesto di un grande sabato calcistico che ha regalato solo gioie al sodalizio partenopeo, ma in realtà non possiamo ignorare che cosa sia successo prima di Napoli-Cagliari. Ricostruiamo i fatti di queste settimane: ad ottobre l’Italia ha ottenuto l’assegnazione di Euro 2032 assieme alla Turchia e ciò implica che il BelPaese avrà diritto a cinque sedi per la manifestazione continentale. Tre di queste sedi sono già assegnate (Milano,Roma e Torino) e ne mancano così altre due. Napoli sfida Bari, Cagliari e Palermo per la sede del Sud Italia del prossimo Europeo. Per poter avere questo prestigioso riconoscimento tocca però mettere mano al Diego Armando Maradona, in condizioni deficitarie, e bisogna presentare un progetto entro i prossimi due anni così da calendarizzare i lavori entro il 2026. I tempi sono quindi stretti, ma non strettissimi. In seguito a questa novità nel pre-partita di Real Madrid-Napoli il presidente del Napoli De Laurentiis ha usato parole forti (ed anche inopportune probabilmente) contro l’inefficienza del Consiglio Comunale di Napoli. Tutto ciò ha scatenato l’ira di diversi consiglieri che hanno attaccato De Laurentiis con altrettanti toni di spessore. Nei giorni successivi le acque si sono calmate con inappuntabile savoir-faire da parte del sindaco Gaetano Manfredi che ha saggiamente abbassato i toni della discussione. Negli ultimi giorni gli stessi consiglieri comunali sembrano aver aperto alla possibilità della concessione pluriennale dello stadio Maradona, a patto che lo stadio mantenga la sua “funzione pubblica” ovvero, l’utilizzo della pista d’atletica e delle palestre sottostanti). Insomma è stato un mese sicuramente turbolento sul tema stadio, ma che per ora non ha portato ad alcun passo concreto. Ciò che però magari può essere un segno del destino e può (anzi dovrebbe, ndr) far scoperchiare il “vaso di Pandora” è quanto accaduto proprio ieri: per motivazioni climatiche avverse, il forte vento che si è abbattuto sulla città (sicuramente intenso, ma non meteorologicamente preoccupante) è caduto un pezzo della copertura dello stadio. Questo infausto evento ha ritardato l’apertura dei tornelli dalle 15.30 alle 16.30 ed ha fatto iniziare con ben 30 minuti di ritardo la partita per garantire l’accesso ai tifosi.

Ecco, dopo un episodio simile andrebbero fatte doverose considerazioni, innanzitutto c’è da ringraziare la sorte favorevole che nessuna persona sia rimasta ferita da questo imprevisto; in secondo luogo, la prova provata di un fatto notorio: il comune di Napoli non è in grado di gestire in modo efficiente l’impianto. Questa è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma potremmo ricordare anche che per esempio i parcheggi dello stadio sono inagibili da anni, oppure che diversi interni dello stadio sono tutt’ora fatiscenti. I lavori del 2019 (pagati dalla Regione Campania) hanno sicuramente migliorato la situazione ma - di certo - non hanno elevato il prestigio del Maradona se paragonato agli standard delle strutture europee.

Il Comune di Napoli, come ben sappiamo, non ha la forza economica per gestire l’impianto vista la sua situazione debitoria e vista la generale inefficienza della burocrazia italiana e quindi se desiderano il bene del Napoli - e soprattutto della città - l’unica soluzione è la seguente: concedere l’acquisizione del diritto di superficie per 99 anni alla SSC Napoli.

Si potrebbe dire che i comuni delle varie città che hanno concesso in dote la suddetta superficie (Bergamo, Frosinone, Torino, Udine e Reggio Emilia) abbiano fatto “regalie” alle varie società, ma questo assunto è facilmente smontabile perché uno stadio di proprietà attira ricavi ed aumenta il benessere economico dell’area in cui è situato (ed in alcuni casi anche della città) ed è quindi un toccasana economico anche per la città stessa. Un esempio? La Juventus con il suo gioiello oltre a garantire uno spettacolo invidiabile garantisce molti più posti di lavoro di quanti ne poteva garantire l’Olimpico Grande Torino ed attira turisti alla visita al museo del club bianconero. Questo potrebbe replicarsi anche a Napoli, che ha potenzialità turistiche infinitamente superiori rispetto alla bella Torino.

Sentir dire che De Laurentiis debba comprare lo stadio a prezzi come 30 e passa milioni è sinceramente una dichiarazione alquanto discutibile da parte della politica. E chi, anche in buona fede, rilancia questa ridondante ipotesi fa del semplice populismo.

L’unica problematica che potrebbe sussistere nella concessione del Maradona alla SSC Napoli è quello della gestione degli atleti. Indubbiamente un migliaio di persone sarebbero pregiudicate da questa eventuale decisione ed andrebbe trovata una soluzione che potrebbe essere il Collana o la costruzione di un altro impianto. Questo potrebbe essere il “prezzo da pagare” per De Laurentiis perché sicuramente l’esigenza degli atleti di allenarsi è sacrosanta e va tutelata.

Ma chi fa da garante per la città di Napoli che merita anzitutto di avere uno stadio moderno e merita di essere nel novero delle città che ospiteranno Euro 2032? (con tutto il rispetto per le bellissime Bari, Cagliari e Palermo). E per avere uno stadio moderno l’unico soggetto attuatore che ha la forza economica di fare un investimento simile è la SSC Napoli, non di certo il Comune di Napoli.

Per desiderare, interessarsi, o come dir si voglia, al bene della città è altrettanto necessario moderare i toni da entrambe le parti e con saggezza e unione di intenti per direzionarsi univocamente nel ‘benedire’ questo traguardo.

Per cui è ora di passare ai fatti, ma è anche ora di avere una visione a 360 gradi su una faccenda così importante per il futuro della nostra amata città.


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