Termina 0-1 il match dell’Allianz Stadium tra Juventus e Napoli che chiude definitivamente questo campionato, il gol decisivo è di Raspadori che diede inizio al ciclo di vittorie in quel 10 settembre 2022 nella partita contro lo Spezia e che oggi chiude il cerchio consegnando una vittoria tra le più importanti e significative della stagione. Infatti col successo contro i bianconeri il Napoli è a soli 5 punti da uno scudetto che manca da 33 anni, e che potrà essere ufficiale già nella prossima giornata di serie A, Lazio permettendo. Per la Juventus sconfitta che pesa, sono tre ora le partite consecutive senza punti in campionato, e nonostante i 15 punti (al momento) riconsegnati, la zona Champions è a rischio dopo le vittorie delle milanesi. 

Andiamo ora ad analizzare il match tra Juventus e Napoli grazie ai numeri dei protagonisti in campo.

Allegri non cambia, 352 come da previsione, Danilo sul centro sinistra nella difesa a 3, affiancato da Rugani e Gatti, a centrocampo Locatelli davanti la difesa, sulle mezz’ali Rabiot e Miretti, Kostic e Cuadrado sugli esterni con la coppia d’attacco formata da Soulè e Milik. In fase di possesso Danilo più avanzato, a ridosso di Locatelli, che invece ripiega tra Gatti e Rugani per evitare ripartenze avversarie, più avanzato Kostic rispetto a Cuadrado, è dal serbo infatti che si costruisce l’azione. In attacco Milik unica punta con Soulè in posizione arretrata sulla linea di centrocampo insieme a Miretti. In fase difensiva difesa a 4, con Cuadrado ad abbassarsi, Locatelli e Miretti ripiegano sul centro destra per creare densità, Milik rimane isolato in avanti con Soulè che gli gioca alle spalle.

Per il Napoli 433, in difesa a prendere il posto di Rrahmani, che non era ancora al meglio, c’è Juan Jesus, Olivera a sinistra al posto dell’infortunato Mario Rui, a centrocampo cambio sulla mezz’ala sinistra con Ndombele al posto di Zielinski. In attacco tridente formato da Kvaratskhelia Osimhen e Lozano. In fase di possesso baricentro molto alto (58m), con Di Lorenzo e Olivera a spingere sulle corsie laterali, Lobotka più arretrato davanti i due centrali difensivi, Anguissa sul centro destra per contenere le possibili incursioni di Rabiot, Ndombele più avanzato sulla trequarti in progressione palla al piede. In fase di non possesso Anguissa molto stretto al fianco di Lobotka, Ndombele sempre più avanzato questa volta per portare il pressing insieme a Lozano e Osimhen, Kvaratskhelia più arretrato in marcatura su Cuadrado.

La partita, come da previsione, vede un dominio del gioco da parte della squadra ospite, con la Juventus in attesa di recuperare palla e ripartire, schiacciata negli ultimi 30 metri, come confermato anche dal dato sul baricentro della formazione bianconera in fase di non possesso (40m), alla fine infatti chiude con il 35% di possesso palla, di cui il 57% è nella propria metà campo, per il Napoli 65% di possesso, 57% nella metà campo avversaria, infatti la squadra di Spalletti ha subito avuto un atteggiamento aggressivo portando in costruzione anche i due centrali praticamente sulla linea di metà campo. A conferma di ciò i numeri del match, il Napoli tira 17 volte, creando 3 grandi occasioni, 9 sono le conclusioni in area, 1.24 di xG (0.35 xG per la Juventus) e 627 passaggi riusciti (89%), il doppio del dato dei bianconeri (323 passaggi).

Come detto, fondamentale l’apporto dei due centrali in fase di costruzione, questo perché Lobotka era costantemente chiuso con Soulè che partito da seconda punta si è abbassato per creare densità in mezzo al campo. Kim su tutti ha avuto il compito di iniziare la manovra, per lui 94 palloni toccati, 90% la precisione, 5 (su 9) palle lunghe riuscite, importante anche la fase di copertura, in particolare perché Di Lorenzo ha agito maggiormente in posizione avanzata per creare sovrapposizioni con Lozano o scambiare con Anguissa, il coreano quindi come si può vedere anche dalla heatmap del match si è dovuto allargare per dare copertura su Kostic, 3 i salvataggi, 2 intercetti, 100% i contrasti vinti e nessun dribbling subito, 0 inoltre i falli commessi.

A centrocampo uno dei duelli che ha determinato la partita è avvenuto sull’asse Anguissa-Rabiot, infatti il francese è il giocatore che più di tutti con i suoi tempi di inserimento e le sue progressioni avrebbe potuto creare pericoli da quella parte soprattutto per l’altezza degli esterni del Napoli che possono concedere campo in ripartenza, il numero 25 bianconero però si è ritrovato di fronte una delle migliori versioni di Anguissa degli ultimi mesi, non a caso chiude con 42 palloni toccati, 62% di precisione, 0 passaggi chiave, nessun tiro in porta, nessun dribbling riuscito, e appena 3 contrasti vinti (su 11). Per il camerunese 77 tocchi, 90% di precisione, 100% i dribbling riusciti, 60% i contrasti vinti, 2 intercetti e 0 dribbling subiti, tutto ciò con una copertura totale della metà campo. A sinistra invece, nella metà campo del Napoli, è stato richiesto a Ndombele un lavoro di pressing quando la Juventus cercava di uscire e scaricare sugli esterni, in particolare Cuadrado, il francese ha disputato una buona partita in fase difensiva, recuperando più volte il pallone e smistando bene a centrocampo cambiando spesso il gioco per Di Lorenzo o Lozano dall‘altro lato, per lui 5 contrasti vinti, 100% i duelli aerei vinti e 1 dribbling subito, con il numero 91 in campo però il Napoli perde molto negli ultimi 20 metri, ben 14 infatti i palloni persi sulla trequarti, in particolare nell’uno contro uno, nessun dribbling riuscito infatti. A ravvivare la situazione offensiva l’ingresso di Elmas e Zielinski per Lozano e Ndombele, anche per il messicano infatti tanti passaggi sbagliati a ridosso dell’area di rigore (2 riusciti cross su 6 tentati e 15 possessi persi). Il macedone sull’esterno destro è riuscito a dare imprevedibilità, infatti più volte è partito in zona centrale per poi allargarsi, migliorando la precisione nelle giocate, 23 i tocchi, 88% la precisione, 100% i cross riusciti e l’assist che ha portato al tiro al volo di Raspadori che è valso i 3 punti. Per Zielinski ottima prova da subentrato, meno copertura rispetto a Ndombele da quel lato, infatti dopo l’ingresso del polacco più volte la Juventus è ripartita da destra con Di Maria (anche lui subentrato), in attacco però con lui la palla gira più rapidamente e con maggiore precisione, con la Juve costretta a rincorrere, il numero 20 chiude con 26 tocchi, 94% di precisione, 2 passaggi chiave, 1 opportunità creata, 100% i dribbling riusciti e 3 possessi persi, in appena 22 minuti di gioco. 

Altra situazione tattica che ha influenzato la manovra azzurra, ma allo stesso tempo ha permesso al Napoli di far circolare senza troppe pressioni il pallone sulla trequarti, la marcatura su Kvaratskhelia. Allegri ha preparato la partita facendo in modo che il georgiano fosse marcato addirittura da 3 uomini, creando una gabbia su di lui formata dai tre che occupavano la zona destra del campo, Cuadrado (basso in fase di ripiego), Gatti, che si allargava proprio per togliere tempo e spazio al 77, e Soulè, che accettava di concedere più spazio alla mezz’ala sinistra avversaria (su cui poi andava in aiuto Locatelli) e scambiandosi con Miretti andava in raddoppio sulla sinistra. Kvara infatti non è riuscito a creare occasioni perdendo 19 volte il possesso, ma ha tolto pressione ai compagni, in particolare in mezzo al campo e ha fatto in modo che la transizione offensiva in zona centrale fosse più pulita possibile. Chiude la sua partita comunque con buoni numeri, 73 i tocchi, 89% la precisione, 1 passaggio chiave, 3 dribbling riusciti e 6 contrasti vinti. 

Man of the match

Il gol di Raspadori è troppo pesante e significativo per non includerlo tra i giocatori migliori della partita nonostante i pochi minuti in campo, pesanti in termine di risultato anche le giocate di Elmas e Zielinski che hanno permesso di creare con più fantasia e imprevedibilità a ridosso dell’area presieduta da giocatori bianconeri. Kim e Anguissa fondamentali in recupero e negli anticipi sul lato forte della Juve presieduto da Rabiot e Kostic, importante il loro apporto anche in costruzione per trovare scarichi sugli esterni contro una difesa bassa e che ha concesso pochissimo negli ultimi 20 metri. Difficile quindi trovare il migliore in campo in una serata in cui una squadra è stata nettamente superiore e ogni giocatore ha dato il suo contributo per arrivare al risultato finale.