Imbottigliate il ricordo di Osimhen
Ci farà bene, quando passeranno le ansie della cronaca, riguardare a Victor Osimhen. Rievocarne i paradossi, la sua essenza bifronte, celebrarne la grandezza sportiva e la propensione al guaio.
È stato, sicuramente, il personaggio più spigoloso e più decisivo che ha calcato Fuorigrotta dai tempi di Diego. Sin dal suo arrivo, dalla polemica per il costo sui generis, dalla trattativa gonfiata da plusvalenze discusse.
E poi un incedere curioso, dinoccolato e agile, leggero e possente allo stesso tempo; una rabbia calcistica difficile da controllare, che lo ha esposto a gol impossibili, incidenti dolorosi e espulsioni polemiche; una tecnica istintiva, quasi triviale, che non rientra nelle classifiche dei palati fini ma negli albi d’oro.
Osimhen, un ragazzino cresciuto nel fango, senza riferimenti familiari, dunque educativi, lascia Napoli non solo da uomo, seppur con le mille e più contraddizioni degli ultimi mesi. Ma da vincente.
Si è fatto un gran parlare di impatto, ruoli e meriti dello scudetto ‘23; tra i calciatori, Osimhen ne può rivendicare una fetta importante. Non tanto e non già per il contributo realizzativo. Ma perché in quella estate 2022, si è alzato sulla bicicletta ed ha tirato la volata, trascinando un gruppo che veleggiava nella terra di mezzo, verso una dimensione nuova. Quella dell’impresa.
Osimhen è un pezzo di storia di Napoli. E le sue dirette sui social, le sue risposte stralunate, le sue trasferte con sorpresa in Nazionale, il campionario di pazzi (sciamani, commissari tecnici, giornalisti improvvisati, fanbase nigeriane etc) coi quali siamo stati costretti a interfacciarci per capire cosa avesse in mente quella testa gialla su ebano purissimo, sono sicuro che, presto o tardi, ci mancheranno.
Buona fortuna Victor. Chi ama non dimentica. E qui non dimenticheremo mai, sia il buono che il malamente. Perché ci hai ricordato, non so quanto volontariamente, che la vita è anche l’altra faccia della medaglia. E accettarlo, con tutto ciò che ne consegue, è la migliore forma di amore che abbiamo.