La stampa napoletana non ha ancora metabolizzato che la lezione di educazione al mercato inflitta dal Napoli ai propri tifosi, quest'estate, è stata definitiva. Ma ci prova lo stesso: lancia la bomba, ma non deflagra. Persino i più esigenti, quelli del "ci vogliono i nomi", alla notizia di giornata riguardante un interessamento degli azzurri per Niccolò Zaniolo, fanno spallucce.

Zaniolo sogna Napoli, ma non viceversa

Il tentativo di notizia in questione è quella secondo cui Zaniolo - scadenza 2024 e ingaggio ben oltre i parametri partenopei - sia interessato a vestire la maglia del Napoli, attratto dal progetto azzurro diretto da Luciano Spalletti, e che gli azzurri siano pronti a mettere circa 30 milioni sul piatto per sferrare il colpo. Più che una notizia, ha tutta l'aria di una classica ricostruzione giornalistica. Ancor più probabile che sia stata redatta a quattro mani, due delle quali parrebbero appartenere all'entourage del giocatore impegnato nella trattativa di rinnovo e orientato a crearsi il giusto potere contrattuale per sedersi a tavola con la Roma o con altri club al momento largamente interessati. Ma lo stile risulta fin troppo vintage. Quasi appartenente a un calcio di biscardiana memoria. Il che conferma la mancata evoluzione di un certo modo di fare informazione. Lo schema è sempre lo stesso. Non conta troppo se poi la soffiata abbia riscontri nella realtà. L'importante è creare l'illusione che poi produca delusione. Il sentimento che spinge a leggere, cliccare, commentare, interagire, monetizzare. Un tentativo del genere è stato già effettuato sullo scadere del mercato estivo con Milinkovic Savic. Quando un incontro tra De Laurentiis e Lotito aveva fatto viaggiare la fantasia dello scoopologo di turno.

La squadra del momento è il Napoli. L'unica che dimostra una liquidità economica credibile sulla quale costruire notizie che si tengono insieme seppur in un equilibrio precario. Che il club di De Laurentiis possa permettersi Zaniolo non è in discussione. Ma da solo non basta. Almeno non più.

Lectio Magistralis

La lectio magistralis di Cristiano Giuntoli e Aurelio De Laurentiis questa estate si è sviluppata su più sessioni. Una propedeutica all'altra. Le tempistiche e i relativi sentimenti di accompagnamento hanno giocato un ruolo fondamentale. Una sceneggiatura perfetta, un programma che ha condotto il tifoso in un percorso educativo che ha avuto la presunzione di imporre la propria idea, fino a raggiungerne la condivisione, non senza turbolenze.

Si è passati dalla rabbia per il mancato rinnovo dei senatori all'esaltazione per i nuovi arrivi, passando per un senso di confusione alimentato da attacchi mediatici che profetizzavano la rinuncia degli azzurri ai vertici del campionato. La piazza ha così sviluppato gli anticorpi contro le tempeste giornalistiche che a ogni finestra di mercato si scatenano all'ombra del Vesuvio. Accostamenti a profili mediaticamente forti come quelli dell'ex Inter, meno di 6 mesi fa, avrebbero creato un hype pazzesco. Un rimbalzo social infinito. Questa volta, invece, poco o nulla. Questo perché si è smesso di creare contenuti o produrre analisi, anche quando i temi non mancano. Si è scelto di mettere al centro dell'informazione gli umori del lettore e fin quando questi sono fragili e condizionabili la cosa funziona pure, almeno in termini economici. Quando c'è una stabilità emotiva, invece, è più difficile fare breccia. E la stabilità emotiva l'hanno data tre mesi di calcio giocato a livelli altissimi che hanno prodotto una sola sconfitta e due pareggi su ventuno gare disputate. Cammino che nessuna analisi estiva aveva pronosticato. Anzi.

Raspadori è l'immagine del Napoli

I tifosi hanno capito, seppur con un ritardo francamente ingiustificabile, quali sono i parametri della scelta dei calciatori. Un club che in estate rincorre un talento calcistico e un profilo umano come Giacomo Raspadori, avendo il coraggio di trattare con il Sassuolo di Carnevali, sborsando 35 milioni di euro, non può essere interessato a Niccolò Zaniolo, che se pur forte tecnicamente, ha dimostrato fragilità fisiche ed emotive preoccupanti, oltre a una spiccata predisposizione alle copertine, il che fa da contrasto con un ingaggio importante e nessuna possibilità di sfruttare il decreto crescita.

Il Napoli cerca profili affidabili. Non star o presunte tali. Lo ha dimostrato quest'estate con Dybala. E a proposito della Joya: attorno al suo affaire si è detto di tutto, tra le altre che avrebbe preferito l'Europa League della Roma alla Champions degli azzurri, in virtù della credibilità del fatidico progetto giallorosso. Osservazioni cavalcate dalle stesse penne che oggi vogliono Zaniolo affascinato dal club di De Laurentiis. Analisi lunatiche del genere alla lunga stancano.

Quando gridi "al lupo al lupo". Poi non ti crede più nessuno.