Dopo settimane di festeggiamenti e sventolii di bandiere per la conquista del tricolore, il Comune di Napoli ha deciso di cominciare la rimozione degli striscioni biancoazzurri per le strade e i quartieri della città. Almeno in parte.

Secondo quanto riportato dal Corriere dello Sport, sono iniziate a Napoli le operazioni di intervento e un censimento preliminare delle attività, da portare a compimento per le principali strade di Fuorigrotta e Bagnoli.

A riguardo, però, numerosi tifosi hanno espresso sui social il loro dissenso, chiedendo quantomeno di attendere qualche altra settimana, anche per i tanti turisti, incuriositi, che in questi giorni stanno popolando la città e per quelli che arriveranno in estate.

Un contesto che ha smosso l’opinione pubblica e pareri, come quello dell’Assessore all’Ambiente, Vincenzo Santagada. Come riportato da Ansa, l’Assessore ha dichiarato: "Ripristinare le condizioni di decoro in tutta la città è un'operazione complessa e si rende sempre più necessaria la collaborazione dei cittadini, ai quali rinnoviamo l'appello a sostenere il nostro sforzo ed eliminare festoni ed altri materiali affissi su condomini e stabili privati".

Ma è legittimo decidere per la festa di un popolo, che mancava da più di 30 anni?

E’ pur vero che il parere di Santagada è mirato a ristabilire una condizione di normalità e di routine quotidiana ma, al contempo, è altrettanto vero che la città di Napoli sta “narrando” da più di un mese qualcosa di inverosimilmente inusuale, che confluisce nell’intimo della cultura di un intero popolo dove, proprio il decoro, gli addobbi, il folclore, e la rappresentanza dei colori della squadra, sono e appartengono ad una generazione da cui il turista ne è fortemente attratto e vuol concedersi lo stesso senso di appartenenza.

Napoli, in questi giorni sta elargendo la propria immagine al mondo intero, nelle forme e nei modi più insoluti ed è legittimo e alquanto onesto donargli il tempo che la storia gli ha concesso. Poi decreterà stesso il tempo, nella forma più normale e più comune, a trovare il modo di ridonare al popolo la routine della vita quotidiana.

‘Napule è mille culure ...Napule è na' camminata
Int'e viche miezo all'ate
Napule è tutto nu suonno
E a' sape tutto o' munno
Ma nun sanno a' verità’

Lasciamo che questa verità non resti solo nel testo del grande Pino, ma che sia una opportunità da conoscere per chi Napoli non l’ha mai conosciuta.