Se da un lato l’imminente passaggio di Kim alla corte del Bayern di Monaco e le voci di proposte “irrinunciabili” per strappare Victor Osimhen dalle rive del golfo, turbano quella fetta di tifoseria abituata alle reazioni intestine durante le interminabili giornate di mercato, c’è chi crede che il Napoli in realtà non abbia alcuna intenzione di ridimensionarsi, ma rilanciare alla conquista, nella prossima stagione, di un nuovo e prestigioso obiettivo.

Non è un mistero che il Presidente De Laurentiis abbia sempre messo in cima alle sue aspirazioni l’imporsi in campo internazionale e quindi la necessità di partecipare con costanza alla Champions League. I maligni hanno voluto interpretare il diktat presidenziale come la volontà di arricchirsi con premi e incassi al botteghino, snobbando la necessità di fare quello sforzo per allestire una squadra che potesse vincere, ma accontentandosi di una che potesse garantirgli uno dei quattro posti utili.

Affermazioni che sanno di paradosso andando a rileggere la storia imprenditoriale di un uomo che non si è mai accontentato di essere una semplice comparsa e che da quando è arrivato a Napoli ha rispettato la tabella di marcia che aveva presentato, nonostante la facile ironia che questi piani suscitavano in qualcuno, andando a centrare la vittoria del titolo in Serie A al quarto quinquennio.

Ma perché il prossimo potrebbe essere l’anno che lancerebbe in orbita il brand Napoli nei cinque continenti? Perché è dal punteggio nel ranking UEFA, che si otterrà nella prossima Champions, che dipende la partecipazione al nuovo Mondiale per club, organizzato dalla Fifa e che si terrà negli USA nel 2025.

La UEFA manderà in tutto 12 club, le quattro vincenti delle Champions dal ’21 al ’24 e altre otto scelte in base ai punteggi ottenuti nella massima competizione europea nel quadriennio di riferimento. Ciò che tiene in gioco il Napoli è la regola che prevede massimo 2 squadre per federazione (a meno che non abbia tre o quattro campioni). In questo momento l’unica italiana certa della partecipazione è l’Inter di Inzaghi, complice anche il grande cammino che l’ha portata fino alla finale nella recente edizione, con Juventus, Milan e Napoli a giocarsi l’ultimo posto disponibile.

I bianconeri, non potendo andare oltre gli attuali 47 punti, essendo fuori dai giochi nella prossima edizione, saranno quasi certamente scalzati dai rossoneri che inseguono a 35 e il Napoli che chiude il lotto delle pretendenti a 29. Per strappare quindi il pass per gli States gli azzurri dovranno ottenere un minimo di 19 punti e sperare che il Milan resti staccato di 7 al termine del torneo.

I punti vengano assegnati come segue:

  • 2 per ogni vittoria dalla fase a gironi in avanti
  • 1 per ogni pareggio dalla fase a gironi in avanti
  • 4 Bonus per la partecipazione alla fase a gironi
  • 4 Bonus per la partecipazione agli ottavi
  • 1 Per ogni punto raggiunto da un club dagli ottavi di finale

L’anno scorso la squadra guidata da Spalletti ha ottenuto 25 punti contro i 24 del Milan, nonostante sia stato eliminato agli ottavi proprio dai rossoneri, questo grazie al cammino fino agli ottavi con appena una sconfitta e ben sette vittorie. C’è quindi bisogno di un sorteggio poco benevolo per i rossoneri e almeno ripetere l’exploit dell’ultima partecipazione per garantirsi l’ultimo post disponibile garantito ai team italiani.

Un’impresa difficile, ma tutt’altro che impossibile e che stuzzica le fantasie e le ambizioni di De Laurentiis, che in America ha vissuto pagine importantissime della sua carriera cinematografica e ora vorrebbe ripresentarsi con una nuova veste, quella di Davide contro Golia, un uomo al comando tra Fondi e Multinazionali miliardarie. Senza dover mettere in secondo piano l’aspetto economico, con circa due miliardi di premi che le 32 partecipanti si spartiranno.

E infatti non devono stupire le parole del patron azzurro a margine della presentazione di Garcia, quando ha ricordato i risultati ottenuti in campo internazionale dal neotecnico francese e chiesto di provare ad arrivare fino in fondo alla competizione. Sappiamo benissimo quanto sia difficile programmare un traguardo del genere ed è per questo che, come già detto, nella prossima stagione la dea bendata dovrà dare il suo contributo.

Da qui anche la volontà di trattenere i migliori, Osimhen in testa, per provare a migliorare o anche eguagliare l’ultima splendida stagione. La lista delle pretendenti si assottiglia di giorno in giorno, con il solo spauracchio parigino alla finestra, qualora dovesse perdere Mbappe. Ma la permanenza di Victor, con il quale il Napoli tratta l’adeguamento contrattuale, permetterebbe anche di non andare a snaturare la natura tattica della squadra che si affida spesso ai colpi del nigeriano quando le partite si complicano. Un modo per non dare un taglio netto col passato e dare continuità ad un gruppo che dopo aver vinto, viste le problematiche economiche delle competitor nostrane, ha tutte le carte in regola per ripetersi.

Sappiamo che Aurelio vorrebbe imporre una deadline all’entourage del calciatore, ma di fronte a trattative così complesse e remunerative, spesso la volontà propria si scontra con gli interessi di troppi, dilatando i tempi e le attese di una piazza che spera in un lieto fine. Risolta la querelle Giuntoli il Napoli si affaccia a questa nuova stagione con un piglio nuovo, che sa di grandezza e che speriamo tutti conduca a serate a stelle e strisce.