Il messaggio papale di Aurelio De Laurentiis: spontaneo, ma non dovuto
Il messaggio di De Laurentiis ha le linee guida del monito, del richiamo alla serenità. È papale e paterno nello stesso tempo, ma superfluo per il contesto.
Aurelio De Laurentiis ha avvertito il bisogno di partire tranquillo per Los Angeles, lasciando attaccata al frigorifero dei tifosi una lettera di raccomandazioni. Un invito a stare tranquilli e provare ad evitare “reazioni improprie”.
La genesi è la partita giocata (e persa male) contro l’Atalanta, che ha risvegliato il circolo delle critiche dormienti, di quelle da tempo sussurrate qua e là senza (troppo) livore, prestando la massima attenzione a non risultare fuori contesto. Logico sia stato il momento in cui le testoline sono spuntate un po’ ovunque, col sorriso beffardo del “Ve l’avevo detto” e le esposizioni sapienti sul bel gioco.
De Laurentiis torna a parlare: protegge Conte o la squadra?
Ma è curioso che il presidente si sia spinto a confezionare questa corrispondenza spuria con la piazza. In tutta onestà, non capita mai di assistere ad elogi plebiscitari dopo una sconfitta, né tantomeno di notare assenza di polemiche. De Laurentiis è più incline ai consensi e teme di creare false aspettative? Ha voluto proteggere l’umore di Conte? Ha schermato la squadra?
Probabilmente gli intenti sono stati molteplici, ma l’esigenza di creare una linea diretta col pubblico va vista davvero come una new era. Spontanea, ma non dovuta. Il rischio è che si tenda ad asfissiare il pensiero collettivo di una piazza che sta provando, con molta fatica, a redimersi dalle astrusità del recente passato e a contenere quelle debitamente poste in pectore. De Laurentiis deve continuare ad avere il coraggio di farla accendere, perché i più grandi motivatori sono sempre stati quelli che creano il gruppo contro, ma unito. E, ferme restando le sue innegabili capacità trasversali, deve provare a leggere meglio i contesti e I tempi delle sue uscite.
Napoli-Atalanta porta critiche, ma con (inconsueta) lucidità
Le critiche post-sconfitte fanno parte del gioco e della vita, aiutano a tramutare gli errori in opportunità e a guardare al futuro con occhio vigile. Peraltro, nel caso specifico, non si sono scorti fiumi in tempesta o scorribande emotive sbattute contro i muri. Tanto da dover placare gli animi. Non eravamo, per capirci, nella situazione di Roma-Perugia, 14 Aprile 2001, in cui i tifosi giallorossi subissarono di fischi Antonioli dopo una papera, con la squadra che avrebbe vinto lo scudetto di lì a poco, e Totti che si sentì costretto a rivolgersi alla curva con un incredibile quanto ecumenico “Ma che ve fischiate, semo primi semo. Semo primi!”.
No, siamo ad un quarto di campionato, il Napoli sta andando bene e sta ricostruendo. Si prende gli elogi quando vince e le critiche quando perde, con buona pace di chi le critiche non le sopporta. La piazza è umorale, sinusoidale, irrazionale e va anche bene, ma non diamole della matta quando è (stranamente) lucida.
Il messaggio di De Laurentiis ha le linee guida del monito, del richiamo alla serenità. E’ papale e paterno nello stesso tempo, ma superfluo per il contesto.