Dan e Ryan Friedkin, padre e figlio, proprietari della Roma
Dan e Ryan Friedkin, padre e figlio, proprietari della Roma

C'è stato un tempo in cui questa città era totalmente affascinata dalla Capitale. Ma non per le sue splendide opere, che riecheggiano da secoli in ogni angolo della città. Bensì per il progetto (scritto spesso con due G) sportivo della Roma.

Napoli e Roma: l'affare Dybala

I Giallorossi, spesso visti con gelosia, sono protagonisti di tutto ciò che Napoli avrebbe voluto essere e mai sarebbe stata. Ci fu il tempo del terzino sinistro Bastos, di Keita, di altri improbabili calciatori sul viale del tramonto che trovavano conforto nella cacio e pepe. Fino ad arrivare all'apice di quel progetto: Paulo Dybala. Mentre il Napoli rivoluzionava tutto, accompagnando alla porta ragazzi forti ma incapaci di vincere, la Roma ingaggiava l'argentino svincolato dalla Juventus.

Dybala esce per infortunio durante un match con la Roma

Ne seguirono contestazioni dure, che costrinsero il presidente Aurelio De Laurentiis a vivere con la scorta, e Luciano Spalletti ad essere accolto da uova ed epiteti poco felici. La storia è nota: il Napoli vinse il campionato e la Roma ferma al palo. A nulla valse, però, questa lezione. Non avevano imparato ancora, ed allora una nuova stagione di gelosie, di fascino e di apprezzamento, viaggiava dal Vesuvio al Colosseo.

La proprietà: differenze tra De Laurentiis ed i Friedkin

Oggi, ancora una volta, la realtà è ben diversa dalla fantasia a tinte azzurre. Il Napoli ha una struttura solida, forse solidissima. Una signora squadra, un grande allenatore, un organigramma da far invidia e pare vivere un momento roseo.

A Roma, invece, è esattamente il contrario. Ex calciatori, seppur fuoriclasse, che ancora influenzano la politica del club, allenatori allontanati senza motivo apparente (o meglio, che non è dato sapere ed è pure peggio), capitani che in fondo non lo sono e dirigenti che si dimettono anche se hanno potere decisionale immane.

Ma su tutte, la vera differenza tra Napoli e Roma - che solo da queste parti è vista come un limite - è la proprietà. A Napoli vicina, che ascolta, che accoglie, che ha coraggio, che è scuola. Scuola vera, di vita e d'azienda. Nella capitale, lontana, che se ne infischia del tifoso. Non che non sia un bene, sia chiaro. Ma se Napoli ha sempre guardato Roma invidiando proprio quegli aspetti, è evidente che ancora una volta, l'ennesima, Napoli si risveglia smentita in ogni dettaglio.

Sono dettagli, appunto. Tristi, ma dettagli. Probabilmente con una piazza, calcisticamente, più capace, il Napoli avrebbe più trofei in bacheca. Ma va bene così. La società, dal canto suo, grazie alla sua brillante gestione, ha attirato professionisti come Conte, nonostante un decimo posto. Chissà Roma cosa sarebbe stata capace di fare dopo un decimo posto. Abbiamo qualche idea. Ma non conta, perché non farà cambiare quella dei soliti noti.

Ovviamente la Roma, cambiando allenatore - fregandosene altamente del pensiero dei tifosi (che capiscono poco di calcio) - ha vinto, dominando la partita.


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