Khvicha Kvaratskhelia è l'ultimo in ordine temporale dei baby-fenomeni che arrivano nel nostro campionato, ma, confrontato con gli altri, è sicuramente quello più determinante arrivati quasi al giro di boa della sua prima stagione italiana.

Kvaratskhelia e i suoi fratelli, potremmo definirli questi ragazzini che, dall'Italia o da qualsiasi altro posto del mondo, approdano in Serie A e si affermano, ci meravigliano, ci fanno innamorare delle loro giocate e ci spingono a comprare le magliette con il loro cognome dietro. Ci fanno sentire rappresentati e, una volta conosciuti, è bagarre al fantacalcio per poterseli accaparrare.

I numeri di Kvaratskhelia

Sono 9 i gol e 12 gli assist in appena 1473' giocati tra Campionato e Champions League, dove ha timbrato il cartellino in ben due occasione. Ciò si può tradurre in un gol o assist ogni 70'. Praticamente, quando Kvara gioca il Napoli parte sempre 1-0. Inoltre, il georgiano contribuisce, da solo, per circa il 47% delle marcature azzurre. Numeri impressionanti se si considera che si tratta della primissima esperienza in uno dei cinque migliori campionati europei, a 21 anni.

Nessuno, alla sua età, almeno per il momento, ha contribuito maggiormente negli ultimi anni. Per trovare un paragone calzante bisogna tornare indietro alla stagione 2003/2004, quando nel Milan si approcciava al campionato italiano un certo Ricardo Kakà. Quella stagione, la prima e alla stessa età di Kvaratskhelia, terminò con 14 gol e 7 assist.

Ma a Khvicha manca un intero girone di ritorno da giocare.

Il confronto con Leao, Chiesa, Lautaro e Dybala

Numeri impietosi, quelli del georgiano se paragonati agli altri colleghi più giovani e al momento alla ribalta nel nostro campionato. Di seguito, un riassunto delle statistiche più importanti stessi all'età di Khvicha Kvaratskhelia, alcuni anche all'esordio in campionato.

Rafael Leao, classe 1999, attaccante del Milan, alla sua prima stagione in Serie A si presentò con 6 gol e 3 assist in 2502' giocati: un gol o assist ogni 163'. L'anno dopo, cioè quando nella stagione 2020/2021 aveva 21 anni, ha terminato l'anno con uno score di 7 gol e 6 assist (un gol/assist ogni 192'). Insomma, per vedere il Leao devastante della scorsa stagione ci sono voluti due anni, che di certo non si possono riassumere col termine di determinanti. Anzi, tutt'altro. Prima del boom, a Milano ci si incominciava a interrogare se la spesa per il portoghese fosse stata giusta o meno.

Federico Chiesa, classe 1997, attualmente in forza alla Juventus, ha esordito in Serie A a 18 anni con la maglia della Fiorentina, nella stagione 2016/2017. Al termine della stessa concluse l'anno con 5 gol e 4 assist in 2166' (un gol/assist ogni 240'). A 21 anni vestiva sempre la maglia della Fiorentina e terminò la stagione 2018/2019 con un ottimo bottino di 12 gol e 5 assistenze in 3383' (un gol/assist ogni 199').

Lautaro Martinez, classe 1997, neo campione del mondo con la maglia dell'Argentina e attaccante dell'Inter, ha esordito a 21 anni in Serie A nella stagione 2018/2019, realizzando 9 reti e 1 assist in 1761' gicoati e contribuendo quindi alla causa interista, con un gol o un assist, ogni 176'.

Paulo Dybala, classe 1993, attualmente in forza alla Roma, ha esordito a quasi 19 anni in Serie A nel lontano 2012 con la maglia rosanero del Palermo. Quella stagione terminò con 3 gol segnati in 1283', cioè un gol ogni 428'. Due stagioni dopo, quando di anni ne aveva 21, concluse l'anno con 13 gol segnati e 10 assist in 3054' di gioco (un gol/assist ogni 133').

Dal punto di vista realizzativo, all'età di Kvaratskhelia, si può notare come soltanto Paulo Dybala si sia comportanto altrettanto bene, pur avendo - per il momento, visto che la stagione è ancora in essere - un rapporto minuti giocati/contribuzione decisamente più alto. I paragoni fatti con Leao in primis e Chiesa poi, non hanno senso di esistere in quanto nessuno dei due, all'esordio e nemmeno nella stagione in cui sono stati pari età, è riuscito a impattare meglio del georgiano.