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Conte e Luis Enrique
Conte e Luis Enrique

Antonio Conte, allenatore del Napoli, ha rilasciato un’intervista al celebre quotidiano francese L’Equipe dove ha analizzato il Psg attuale e la sua Juventus che vinse da imbattuta.

Quando hai firmato con la Juventus, nel 2011, veniva da due stagioni difficili. Rimanere imbattuti per tutta la stagione non era nei piani, vero?

Conte: “Oh no, non proprio. Non perdere nemmeno una volta in stagione è inimmaginabile e non è mai qualcosa che pianifichi. Quell’anno, siamo andati anche in finale di Coppa Italia, dove abbiamo perso contro il Napoli (0-2), la nostra unica sconfitta della stagione. Quindi sì, abbiamo superato le nostre previsioni più ottimiste”

Precisamente, c’è stato un momento della stagione in cui hai iniziato a pensarci?

Conte: “A me quello che interessava, dal momento in cui ci siamo trovati in testa alla classifica, era lottare per lo scudetto, e disturbare il più possibile il Milan, che era il campione in carica e che aveva una squadra molto più forte della nostra. Erano i favoriti, c’erano Ibrahimovic, Thiago Silva, Gattuso, Nesta, Robinho… l’obiettivo era stare tra i primi tre. Poi nell’ultima fase della stagione eravamo proprio dietro (la Juve era 4 punti dietro dopo la 29esima giornata, portandosi in vantaggio alla 31esima). In quel momento, l’obiettivo è diventato quello di vincere il campionato. Non avevamo molto margine sul Milan, eravamo super motivati e quindi siamo riusciti a non perdere. È raro, in Italia c’è stato solo il Milan che lo ha fatto prima di noi, con Fabio Capello, nel 1991-1992”

Conte e Luis Enrique

 

Alla fine, quando mancano cinque o sei partite, diventa una motivazione in più?

Conte: “Per noi, la motivazione delle ultime partite era conquistare il titolo. Per il Psg è diverso, perché hanno un vantaggio… Non penso che il Psg abbia mai raggiunto questa impresa nella sua storia. Una volta raggiunto l’obiettivo, ci può sempre essere un relax psicologico, e nelle ultime partite puoi avere meno motivazione nella tua testa. Questo è il grande pericolo. Noi all’epoca non abbiamo avuto la possibilità di rilassarci, perché il Milan era lì, vicino a noi”

Avere così tanti punti di differenza può anche permetterti di giocare più rilassato, e quindi ancora meglio, giusto?

Conte: “Non è ovvio. A volte sì, ma la concentrazione è più importante del rilassamento. E poi il Psg, a differenza di noi all’epoca, gioca la Champions League. C’è quest’altra competizione che che ti fa perdere energie. E che occuperà logicamente i pensieri dei giocatori una volta vinto il titolo in Francia. È inevitabile che entrino in gioco altri obiettivi, che diventeranno priorità. Perché, comunque, la cosa più importante per i giocatori è vincere i titoli. Dopo, essere imbattuto è bello, e rimane nella storia, ma prima di tutto sono i titoli che contano. Per mantenere il livello necessario, hai bisogno di giocatori molto forti, non solo in termini di qualità tecnica, ma anche di personalità, il modo di approcciare al lavoro, la mentalità”.

Conte parla così dell’attuale Psg

”Penso che abbia davvero meritato la qualificazione contro il Liverpool in tutte e due le partite. Hanno giocato molto bene all’andata, attaccando, hanno perso occasioni importanti. Per il ritorno… So cosa significa giocare ad Anfield, in una partita con una posta così alta, e non è per tutti. Il Liverpool è una squadra formidabile, sono primi in Premier League con un margine enorme. Bisogna misurare ciò che il Psg è riuscito a fare. Sono una squadra impressionante e Luis Enrique sta facendo un lavoro incredibile”.

Conte sul bisogno di una guida esigente per rimanere imbattuti 

”Per essere imbattuti un allenatore non deve essere troppo tranquillo. L’allenatore è il termometro della squadra, deve sentire ogni calo di tensione, ogni calo di motivazione, deve essere in grado di trovare il modo di svegliare tutti e mantenere la concentrazione al massimo. Ma penso che Luis Enrique non abbia bisogno dei miei consigli, sta facendo un ottimo lavoro”.

 


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