Un incubo senza fine. Una squadraccia. Il ricordo di un recente scudetto calpestato e strappato dalla memoria dei tanti tifosi azzurri inquadrati sugli spalti dell’Olimpico. Gli sguardi increduli. Persi nel nulla. Guardare una partita del Napoli é mortificazione allo stato puro. Anche imprecare non ha più senso.

Si chiude un girone d’andata horror. Nono posto e la miseria di 28 punti conquistati chissà come. E non veniteci a parlare di scelte estive sbagliate o del mercato. Questi ragazzi non meritano né giustificazioni né riconoscenza per quanto fatto.

In campo senza un briciolo d’orgoglio. Il passo pesante. La superbia di chi crede che il Dio del calcio abbia posato lo sguardo su di essi. Garcia cacciato neanche fosse un appestato. Forse perché aveva capito che della squadra di Spalletti non era rimasto nulla se non il ricordo. La volontà di voler tagliare i ponti col passato nel disperato tentativo di costruire qualcosa di nuovo. Probabilmente non altrettanto bello, ma ben lontano dallo scempio delle ultime apparizioni.

Mazzarri ha provato a far breccia nella testa di un gruppo di giovanotti presuntuosi. Convinti di poter campare di rendita. Lo ha fatto rimanendo immobile mentre le sabbie mobili inghiottivano lentamente il passato. Per farsi accettare ha violentato il suo ruolo. Che non è solo sudore e tattica, ma mettere il gruppo di fronte a una scomoda verità: il presente non si nutre di ricordi.

Il Napoli è la peggior squadra del campionato

Sembra paradossale, ma ad ogni partita il rischio aumenta. E non parliamo di uscire fuori dalle coppe europee dopo oltre un decennio.

Reparti totalmente slegati. Incapacità di organizzare la pressione nelle due fasi. Una sterilità offensiva da brividi. Paradossalmente il rosso di Mazzocchi é stato il punto più alto della partita degli azzurri. Senza quell’entrata staremmo ancora a chiederci se il Napoli sia effettivamente sceso in campo.

A fine partita la squadra si è raccolta sotto il settore ospiti. I volti impassibili. Qualcuno con gli occhi lucidi, altri con lo sguardo spento. Non c’è più luce in questo gruppo. Il fuoco che lo animava ormai soffocato dalla cenere.

Vorremmo poter credere che tra una settimana ci sarà una risposta. Se non tecnica di orgoglio, ma perché illudersi?